“Obiettivo50 – Una formula vincente”: come è nato il nostro libro
Presentato ufficialmente lo scorso maggio all’assemblea della nostra associazione, “Obiettivo50 – Una formula vincente. Manager in rete per affrontare il cambiamento” è il libro che racconta i nostri 15 anni di attività, che è stato progettato, realizzato e curato in tutti i suoi aspetti da un gruppo di soci. Il libro intende raccontare il lavoro fatto e le opportunità generate per i soci, e vuole essere anche uno strumento di promozione delle potenzialità dell’associazione. In un’epoca sempre più votata digitale, abbiamo voluto un volume cartaceo proprio per sottolineare e rafforzare il messaggio del libro. La realizzazione del libro è stata anche un’ulteriore occasione per dimostrare lo spirito che contraddistingue Obiettivo50: si è formato un gruppo di lavoro ad hoc, che ha portato avanti il progetto con impegno e passione, che hanno superato tutte le inevitabili difficoltà e ostacoli di un tale ambizioso compito. Il progetto del libro è l’ulteriore dimostrazione che il lavoro di squadra paga, e che solo con l’impegno di tutti possiamo creare opportunità e valore aggiunto per tutti. In questo articolo vi raccontiamo il “dietro le quinte” della realizzazione del libro, e per farlo diamo la parola ad Antonella Segù, che ne ha coordinato tutto il lavoro editoriale, e a Gaetano Bonfissuto, che ne è stato fin dall’inizio il promotore e il motore. Antonella Segù, Il libro di Obiettivo50, ricordando quella esperienza…. L’idea di condividere attraverso un libro che ci raccontasse le esperienze acquisite e scambiate in 15 anni di vita associativa è subito piaciuta a noi tutti del CDA e dell’esecutivo, forse convinti o forse contagiati dallo slancio con cui il suo promotore Gaetano Bonfissuto, per tutti Bonfi, l’aveva lanciata. Magari per ognuno le ragioni di questo entusiasmo erano diverse ma il riconoscersi nell’identità che accomuna in Obiettivo50 tante professionalità e personalità diverse è stato il punto di partenza….chissà, abbiamo subito immaginato che il racconto non sarebbe stato tanto una rappresentazione statica di ciò che siamo ma uno strumento per condividere lo spirito e la voglia di futuro mettendo a fuoco il potenziale che il nostro cammino comune ci ha permesso di esprimere. Non che fosse impresa facile, essendo chiaro da subito che dovevamo essere in tanti a contribuire il proprio vissuto, a volte anche rovistando attivamente nella memoria per apportare elementi significativi al racconto dell’esperienza. Quando fu chiesto a me, praticamente ancora “recluta” nel piccolo esercito di professionals di cui ero appena entrata a…