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INNOVARE GUARDANDO AVANTI. I principi dell’innovazione strategica

Posted by Anna Lavatelli in News, News

Che cosa significa “innovare strategicamente”? Ce lo ha raccontato Gianluca Vaglio, consulente tecnologico e Innovation Manager specializzato nell’innovazione e digitalizzazione di piccole e medie imprese e professionisti, nella Pillola di Sapere dello scorso 19 settembre.  In questo evento Obiettivo50 ha voluto dare ai suoi Manager degli strumenti per approfondire la metodologia.   CONTESTOLe imprese di oggi operano in un mondo sempre più competitivo, le cui difficoltà sono state accentuate dalla pandemia; in tale contesto uno degli elementi che aiuta ad evolversi e distinguersi, senza intervenire sulle marginalità, è l’innovazione.Il mondo del business, che negli anni ‘80 veniva descritto con l’acronimo VUCA (volatile, uncertain, complex, ambiguous ossia volatile, incerto, complesso e ambiguo), risponde oggi all’acronimo BANI (brittle, anxious, non-linear, incomprehensible, ossia fragile, ansiogeno, non lineare e incomprensibile).I numeri dicono che l’81% delle aziende italiane non è pronta ad affrontare eventi imprevisti e solo il 16% è rimasto rimane immune dai recenti più significativi eventi come la pandemia e la crisi energetica. La maggior parte non appare inoltre incline alla novità: quasi il 50% della pianificazione aziendale utilizza il foglio di calcolo, strumento anni ’80.   APPROCCIOL’approccio delle aziende, secondo l’Innovation Manager, dev’essere non più reattivo ma anticipatorio: esse devono imparare a comprendere gli impatti a lungo termine dei fenomeni odierni e immaginare scenari futuri che le rendano pronte ad affrontarli.Come si immagina il futuro? Per essere veramente innovativi, spiega Vaglio, è necessario guardare molto avanti, senza considerare solo cambiamenti come sembrerebbero prospettati dalla logica e dal senso comune.Il future thinking è ciò che consente di pensare al futuro in maniera strutturata, utilizzando approcci, metodi e tecniche che generano valore attraverso l’esplorazione di futuri alternativi.Molti sono i vantaggi del future thinking: superare gli schemi abituali, comprendere meglio il contesto, anticipare il cambiamento e cogliere nuove opportunità di business. Ma da soli non bastano. L’approccio vincente consiste nell’unire la strategia anticipatoria all’innovazione così da definire innovazioni chiare e perseguibili mantenendo flessibilità nella strategia.Tale combinazione viene chiamata Innovazione strategica e comprende alcuni passaggi:– Anticipazione di ciò che il futuro riserva– Innovazione basata sulle informazioni derivanti dall’analisi anticipatoria– Costruzione di un sistema di governance per l’innovazione   METODOLOGIAIl Future Strategic Foresight è un metodo che consente alle imprese di costruire scenari dei futuri mondi alternativi e collegarli alla propria realtà aziendale. Il FSF è a sua volta incentrato sul Lean futures Creation Toolkit, una raccolta di scenari (canvas) che dividono questioni complesse, riguardanti la lungimiranza,…

I MANAGER SI RACCONTANO. La svolta professionale di Antonella Di Nicolò

Posted by Anna Lavatelli in Casi di successo, Casi di successo, News, News

La nostra socia Antonella, dopo una lunga carriera all’interno di multinazionali straniere, si è trovata ad affrontare una impegnativa fase di cambiamento dell’ambiente lavorativo nella sede milanese dell’azienda: nuova organizzazione del lavoro, nuove procedure, nuovi capi, nuovi colleghi. Una situazione nella quale non si trovava a proprio agio. Che fare allora? Provare a riorientare la propria vita professionale, aggiornando le sue competenze, ampliando il suo network di contatti e mettendo a prova le sue capacità di reazione. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza. “È successo tutto tre anni fa”, esordisce Antonella, “quando mi sono trovata, quasi alla fine della mia carriera lavorativa, a dover ricominciare in un ambiente totalmente diverso, con persone nuove e con esigenze molto differenti. Ho sentito il bisogno di qualcuno che mi aiutasse ad assumere competenze più trasversali, che mi permettessero di affacciarmi nuovamente al mondo del lavoro, magari cimentandomi, perché no?, in una veste, quella di consulente. In questa fase ho cercato dei contatti, qualcuno che potesse guidarmi ed ascoltarmi; ho così conosciuto Obiettivo 50, un’associazione che mi ha offerto possibilità di collaborazione, ma soprattutto un ambiente positivo che potrei riassumere con lo slogan «Non combattenti e reduci; piuttosto, reduci ma combattenti».” Qual è stato il supporto più significativo che Obiettivo50 ti ha fornito? “Uscire da una struttura gerarchica come quella di una multinazionale è stato complesso. Per riorientare la mia vita professionale, necessitavo non solo di dialogo ma di un confronto concreto con altri manager, che Obiettivo 50 ha saputo darmi. Ho avuto la possibilità di accedere a seminari (le “Pillole di sapere” organizzate da Obiettivo50 Academy), ma ho soprattutto apprezzato l’accoglienza e la componente di solidarietà che mi accompagnano ormai da tre anni. Mi sono sentita parte di una rete di colleghi coraggiosi, intraprendenti, mai stanchi di imparare e di trasmettere conoscenza, sempre pronti allo scambio di esperienze. Lo spirito dell’associazione mi ha aiutato a rimettermi in gioco e mi ha insegnato a fare rete, la cosa più importante e utile. Ho imparato a non perdermi d’animo grazie alla disponibilità e all’incoraggiamento di tante persone. Inoltre, ho potuto contare su punti di vista differenti e interessanti, che mi hanno dato una mano a ritrovare la motivazione giusta”. Come si è evoluta poi la tua carriera lavorativa? “L’occasione giusta è arrivata quando mi è stata segnalata la possibilità di partecipare a un bando della pubblica amministrazione, che non avrei mai pensato di…

Seminario Sostenibilità ed Economia Circolare. TAVOLA ROTONDA – 24 maggio 2023

Posted by Anna Lavatelli in Blog, News

A chiusura del Seminario è stata organizzata una Tavola Rotonda, condotta dalla nostra Socia Laura Vescovo, e alimentata da alcuni dei Relatori della giornata. Lo scopo era quello di fornire alcuni suggerimenti ai manager di Obiettivo 50 che vogliano diventare consulenti nel settore sostenibilità, individuando approcci, opportunità e attività da seguire per iniziare questo nuovo percorso. I temi trattati: – Preparazione, formazione e certificazioni necessarie per diventare consulenti di sostenibilità; – Difficoltà e resistenze che il consulente si deve preparare ad affrontare; – Attività prioritarie da svolgere presso le PMI: bilancio di sostenibilità, formazione, certificazione; – Tipologia di clienti da cercare e motivazioni sulle quali fare leva – Ruolo, approccio e stile del consulente di sostenibilità per le PMI Anzi tutto, quali sono le prime cose che deve fare un consulente per avvicinarsi al tema della sostenibilità e dell’economia circolare? GIACOMO ANDRIOLA, responsabile di Studio Itaca, ha sottolineato che il consulente deve essere molto informato su certificazioni, standard e su tutte le novità in ambito normativo. Allo stesso tempo deve conoscere come funziona il mercato e quali sono i suoi trend. Bisogna apportare alle imprese una nuova consapevolezza supportata da analisi e dati concreti inerenti al settore di riferimento. La successiva domanda è stata posta a GIOVANNA MENZAGHI, Presidente di Smart Cities Italy: Quello della sostenibilità e in particolare della Mobility, sono settori in grande espansione ma ancora molto acerbi. Quali sono i freni e le difficoltà, all’interno della società e delle aziende, che ne impediscono la diffusione? La transizione ecologica – è stato affermato – è possibile solo con una parallela transizione culturale. Spesso gli imprenditori rispondono unicamente nel momento in cui si toccano temi economici. Oltre a un’adeguata formazione manca il corretto mindset e la giusta apertura verso il dialogo e il confronto. Ulteriori difficoltà possono essere date dalla tipologia di business, che, se quasi interamente incentrato su fattori non sostenibili, potrebbe dover cambiare completamente con conseguenze spesso inaccettabili per l’imprenditore. Anche la sostenibilità deve essere sostenibile! Quali sono le attività prioritarie che un consulente dovrebbe proporre ad una PMI per iniziare una consulenza in ambito sostenibilità? Secondo ANDRIOLA, intanto, il bilancio di sostenibilità, il cui obbligo di legge riguarda per ora solo le grandi aziende, ma si estenderà progressivamente fino alle PMI e alle microimprese, diventando sempre più un prerequisito per lavorare con le grosse aziende e partecipare ai bandi gara, nonché elemento di giudizio da parte…

Tecniche di Digital Marketing per la costruzione di un database di contatti utili – Training on the job

Posted by Anna Lavatelli in Blog, News

Un’attività di consulente o di temporary manager? Ok, idea interessante e stimolante, ma come mi procuro in modo sistematico e organizzato i contatti giusti: potenziali clienti, partner, enti di riferimento, ecc. (al di là dei nominativi di cui già dispongo)? Come entro in relazione con loro e come coltivo la relazione? A queste domande ha risposto, almeno in prima battuta, il Workshop Tecniche di Digital Marketing per la costruzione di un database di contatti utili, svoltosi lo scorso 19 aprile. PREMESSA Viviamo un’epoca digitalizzata nella quale le mutate modalità di gestione del business rendono fondamentale un continuo aggiornamento sugli strumenti utili ad agevolare il lavoro. Altro aspetto da sempre basilare per un’attività di successo sono le relazioni, da costruire non solo con i clienti ma anche con colleghi, collaboratori e tutto l’ecosistema di riferimento del proprio settore. Tali rapporti sono stati ulteriormente amplificati dai social media, che possono essere sfruttati per un’organizzazione efficiente e proficua dei contatti OBIETTIVI Finalità del worskshop: creazione di un database digitale per costruirsi la propria rete professionale, sviluppare opportunità di business, condividere e diffondere novità e aggiornamenti, il tutto col corredo di esempi concreti. I relatori Gianfranco Antonioli e Laura Vescovo hanno inoltre mostrato i vari step di utilizzo degli strumenti: il social media professionale Linkedin e la piattaforma di email marketing Mail Chimp. STEP OPERATIVI 1) Identificazione dell’Esigenza: ad es. sono un consulente e voglio propormi alle imprese con un’expertise specifica, o sono un professionista di settore e cerco collaboratori o fornitori. 2) Ricerca e utilizzo di portali: una volta chiara la mia esigenza passo alla ricerca di profili utili al mio scopo. Nel caso del consulente potrei rivolgermi ad associazioni a sostegno delle PMI, nel secondo potrei partire consultando la lista espositori di una fiera di settore per procedere allo screening dell’elenco di aziende partecipanti, filtrare caratteristiche di interesse come tipologia di prodotti, lingua preferita, etc. In alternativa posso individuare contatti di persone o di aziende, direttamente da Linkedin tramite l’utilizzo di filtri: – Parole chiave (ruolo, esperienza e competenza ricoperte, settore merceologico di appartenenza)– Località di riferimento, Università frequentata (o con cui si è collegati), azienda attuale o precedente. 3) Approccio: Individuati i profili di interesse procedo all’invio di messaggi e, ponendo molta attenzione alla qualità degli stessi, presenterò la mia azienda o servizio, e la mia offerta, e richiederò un incontro. CASE STUDY La nostra socia Gabriella Grazianetti, founder della start…

EQUITY CROWDFUNDING: che cos’è?

Posted by Anna Lavatelli in Blog, News

Una nuova formula per il finanziamento di startup innovative e PMI al centro di una “Pillola di Sapere” della Obiettivo50 Academy Startup innovative o PMI alla ricerca di finanziatori per sviluppare progetti imprenditoriali? Non ci sono solo banche (spesso “avare”), o fondi di venture capital. Oggi c’è anche una formula nuova, l’equity crowdfunding. Lo scorso 16 marzo si è tenuto un incontro “Pillola di Sapere” della nostra Academy su questo tema attualissimo e in continua evoluzione; un processo attraverso il quale più persone, tramite apposite piattaforme online, investono somme anche relativamente modeste in startup innovative o PMI, acquisendone una quota di partecipazione e contribuendo quindi a finanziarne i progetti imprenditoriali e a sostenerne lo sviluppo. Relatori Marco Rizzelli – General Manager di Seed Money, il primo progetto italiano di crowd seed funding “equity-based”, Riccardo Caliari – Chairman del Birrificio 620Passi, e Antonio Piva– Mentore e Business Angel di Seed Money, che hanno raccontato il funzionamento del veicolo di investimento Seed Money, riconosciuto come business ad alto valore sociale, illustrando un esempio concreto. Il contesto Il contesto in cui si muovono oggi le start up richiede per la loro sopravvivenza mezzi, collaborazioni e un network di riferimento. La logica delle start up, diversamente dalle PMI, è quella della crescita esponenziale in tempi brevi e dell’Exit Strategy. Con questa uscita (mediamente dopo 7 anni) proprietari e founder massimizzano l’investimento effettuato ottenendo i fondi per dedicarsi a una nuova fase di sviluppo mentre gli investitori ottengono il ritorno del capitale versato con un surplus, impiegabile in altre attività. Si tratta di un settore innovativo che cresce sulla base degli investimenti. Il mercato italiano, che conta circa 2,34 miliardi di investimenti in capitale di rischio, è in crescita. I grossi progressi in questo ambito sono dovuti all’intervento di Cassa Depositi e Prestiti ma sono altresì agevolati da quote associative accessibili a tutti, a partire da 200 €, detrazioni Irpef e plus valenze esentasse: vantaggi di cui possono usufruire investitori e soci. La piattaforma Seed Money è un acceleratore a proprietà diffusa che conta ad oggi 508 soci storici, 26 startup e 100 soci investitori seriali con 10 investimenti all’attivo ciascuno, e che può vantare risultati come il 94 % tasso di successo delle campagne crowdfunding promosse e il 265% di overfunding medio. “La nostra piattaforma di equity crowfunding implica la partecipazione attiva in società e trattamenti vantaggiosi, senza imporre iter prestabiliti; si può investire…

Il progetto di Obiettivo50 per l’innovazione a StoryTime di Radio Canale Italia

Posted by Anna Lavatelli in Blog, Eventi, News, News

Il 20 febbraio scorso, il nostro vicepresidente, l’ing. Claudio Gregorio, ha presentato il progetto Obiettivo 50 presso StoryTime – Radio Canale Italia, una radio che racconta “il Capitale Umano” del mondo del lavoro attraverso la voce diretta dei protagonisti. Ecco una sintesi del suo intervento: StoryTime: Claudio innanzitutto cos’è Obiettivo 50?   Claudio: La nostra è un’Associazione di Manager di alto profilo professionale, senza scopo di lucro e accomunati da un profondo senso etico, che si propone di supportare le imprese nella realizzazione dei loro obiettivi e di offrire opportunità professionali ai nostri associati. Il nostro payoff è: Manager per la realtà di impresa. Siamo un centinaio di associati sparsi per l’Italia, per lo più in Lombardia ed in Piemonte, che vantano esperienze ultraventennali in situazioni complesse e ruoli di responsabilità. StoryTime: Com’è nato questo progetto? Claudio:Il progetto è nato da un’intuizione e da un’esigenza. Nel 2004, alcuni dirigenti che avevano lasciato la realtà aziendale si sono uniti per creare nuove opportunità di lavoro in un’organizzazione più orizzontale. Nel 2008, la nostra organizzazione è stata riconosciuta come APS, ossia un’Associazione di Promozione Sociale di interesse generale per i suoi iscritti e la comunità, grazie al volontariato dei nostri associati. StoryTime: Qual è la vostra Mission principale? Claudio: L’obiettivo è mettere a disposizione di società e aziende il nostro network di competenze con servizi di consulenza o di temporary management, che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi aziendali e forniscano al tempo stesso opportunità professionali ai nostri associati. Insieme alla classica consulenza offriamo consulenze temporanee o fractional management a tempo e che possono essere suddivisi in più aziende. I nostri servizi sono focalizzati principalmente sulle PMI (piccole e medie imprese), in cui i manager solitamente coincidono con i proprietari. Obiettivo 50 entra in relazione diretta con la dirigenza, che spesso ha bisogno di integrare risorse, competenze o gruppi di competenze. StoryTime: Quali sono i vostri gruppi di competenze? Claudio:L’avanzamento tecnologico ha ridefinito gli scenari produttivi e sta spingendo le PMI a ricercare risorse umane in grado di gestire la trasformazione tecnologica e possedere competenze trasversali in grado di adattarsi ai rapidi cambiamenti del mercato. Abbiamo pertanto individuato questi quattro gruppi di competenze che, secondo noi, colmano il mismatch tra domanda e offerta sul fronte delle competenze tecnico-digitali: 1) Internazionalizzazione: esperienza in mercati internazionali B2B e B2C in Europa e Far East in materia di export “tradizionale” off-line e competenze di export digitale…