Company Creation 10 Weeks, un’impressione personale
Insieme ad altri soci di Obiettivo 50, ho frequentato a Torino dal 26 aprile al 5 luglio la prima edizione del corso Company Creation 10 Weeks, realizzato da StarBoost Academy. Il corso è già presentato nelle sue linee generali in questo articolo del 15 giugno. A me interessa qui passarvi la mia esperienza personale, maturata durante la frequenza delle lezioni in aula e il lavoro di gruppo fuori aula.
Company Creation riguarda la validazione e lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali in super early stage, quando esiste un team ristretto di fondatori, esiste un concept, le analisi di mercato sono appena abbozzate, la strategia è in fase embrionale. E’ evidente che a questo stadio le incognite per il team e per gli eventuali stakeholders sono molteplici. StarBoost Company Creation fornisce a queste realtà strumenti e metodi per verificare la propria idea di business e, in caso di esito positivo, di costituirsi in società.
Quali sono i pilastri della filosofia di StarBoost? Li espongo di seguito corredandoli di alcune osservazioni.
- Lean Methodology. Tutti la conosciamo, almeno nelle linee generali. In sintesi, sottoponi in maniera iterativa al tuo utente una soluzione in bozza (in gergo MVP, minimum viable product), incorporando ad ogni iterazione i consigli dell’utente per migliorare la tua soluzione. Inizia le iterazioni non appena hai un’idea e un modello di business auto-consistenti, senza preoccuparti di aver incorporato nell’MVP tutte le possibili funzioni migliorative. Tanto non sai se l’utente è interessato a tutte queste funzioni. Semplice, no? Allora, alzi simbolicamente la mano chi fra noi, nell’arco della propria carriera professionale, non ha partecipato in varia forma a progetti di innovazione impostati al debutto in base a criteri strettamente market-oriented, che poi hanno perso per strada la bussola del cliente-target e dei suoi bisogni, non arrivando quindi a valorizzare il tempo e il denaro investiti. Eric Ries ha risposto a questi problemi con The Lean Startup, uscito nel 2011: io lo sto leggendo adesso (colpevole ritardo…), ne consiglio a tutti la lettura.
- Work for Equity. In super early stage, i nuovi business consumano risorse in misura maggiore di quante ne generano. Cammini nella cosiddetta Valle della Morte, i costi superano i ricavi, il giorno del Break Even è una mera ipotesi. Se il team di fondatori è coeso, si accorda per valorizzare le proprie ore uomo in quote societarie, senza attingere alla cassa, che nella maggior parte dei casi è vuota oppure è alimentata da finanziatori di primissima cerchia. In questo modo il team è libero di validare il modello di business secondo un percorso che si costruisce facendo. E’ una fase cruciale e delicata, la ricerca della giusta rotta richiede continui aggiustamenti del timone, dell’assetto della barca e della regolazione delle vele, per usare una metafora. Al tempo stesso, la libertà lasciata al team di applicare rigorosamente la Lean Methodology è garanzia per gli investitori che entreranno nelle fasi successive. E’ chiaro che il Work for Equity per un fondatore è una parziale scommessa, ma quale iniziativa imprenditoriale non ha implicito un livello di rischio?
- Scambio di conoscenze. Il corso mette a fianco a fianco studenti universitari, managers e consulenti d’azienda, imprenditori giovani e meno giovani. Espone un metodo rigoroso per la definizione del proprio orizzonte di senso e del proprio profilo imprenditoriale. Sulla base di queste indicazioni iniziali, facilita l’aggregazione di gruppi di lavoro intorno alle migliori idee creative. E’ a questo stadio che si attiva la reciproca conoscenza all’interno dei neo-nati team di lavoro e lo scambio delle conoscenze. La formazione dei gruppi di lavoro avviene fra persone che si conoscono da poco e che provengono da percorsi diversi. Presuppone una buona disponibilità al dialogo e alla condivisione delle esperienze. Consente di mettere velocemente a fattor comune competenze complementari, come lo sviluppo di un prodotto digitale, la tecnica commerciale, il project management, il web marketing.
Daniele Alberti, fondatore di Bakeca.it e di tante altre iniziative imprenditoriali in Italia e all’estero, è il docente principale del corso. Daniele mette a disposizione dell’aula il proprio patrimonio di esperienze, racconta apertamente rischi e opportunità del mestiere di innovatore, fatto di intuizioni, strade in salita e tanto teamwork. Guida con pazienza e visione i lavori dei gruppi, portandoli a costruire l’elevator pitch per la presentazione del proprio modello di business ad una platea di esperti e di investitori.
Molto interessanti anche i contributi degli altri relatori, fra i quali l’Ing. Gabriele Ermacora, giovane CEO di HotBlack Robotics, intervenuto sulla Lean Methodology, e l’Avv. Carlo Riganti, Managing Partner di StarClex, che ha presentato l’infrastruttura legale necessaria a far nascere e crescere società innovative.
Quali sono i prossimi passi della StarBoost Academy? Le idee sviluppate durante questa prima edizione affronteranno una fase di validazione che darà indicazioni chiave su come proseguire il percorso verso il mercato. Due nuove edizioni di Company Creation partiranno da settembre, una a Torino e una seconda a Fortaleza in Brasile.
Alla luce della mia positiva esperienza, consiglio agli amici soci potenzialmente interessati di frequentare e verificare in prima persona l’efficacia di questa innovativa metodologia. Sarò felice di conoscere il vostro feedback. (Testo di Luca Marretta).