Formazione

I manager si raccontano – Marco Puchetti

26 Apr 2017 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Marco PuchettiObiettivo50: una scuola di flessibilità.

Obiettivo50 è tra gli strumenti indispensabili per tutti i freelance della consulenza e della formazione aziendale.

Sono in Obiettivo50 sin dai primi incontri, dalle prime riunioni, dalla prima foto fatta dal notaio.

Gli inizi non sono stati facili, c’era l’esempio francese ma il rischio di creare una “Anonima alcolisti” di ex manager disoccupati era alto. Non si usava allora la parola “networking” e quindi nei primi incontri si rischiavamo presentazioni del tipo “Ciao sono Marco e sono senza lavoro da tre mesi…”. La condivisione è importante ma non era così che si potevano creare nuove opportunità. Altre riunioni invece assomigliavano ai gruppi di aiuto per la disintossicazione da vecchie e nuove droghe, per noi dal sicuro e protettivo “posto fisso”: “Come posso lavorare senza la mia scrivania, la mia segretaria e la mia macchina aziendale?”.

Qualche riflessione, seguita anche da un paio di tentativi più concreti, voleva ricreare nell’ambito dell’associazione quel rassicurante mondo di certezze lavorative che molti, volenti o nolenti, avevano dovuto lasciare: creare una cooperativa, una srl di servizi, una qualche società che ci ridesse le nostre certezze perdute? Si tutto bello ma… le opportunità, le aziende, i clienti dove li troviamo? In poche parole: chi paga per i nostri servizi, le nostre competenze acquisite e per le soluzioni che siamo in grado di offrire e realizzare?

Ecco, credo che la forza di Obiettivo50 sia stata quella di aver capito che tutti noi dobbiamo sempre ripartire da quello che sappiamo fare e, senza falsa modestia, spesso molto bene: trovare soluzioni, gestire sistemi più o meno complessi, cercare e creare opportunità.

Sono ancora, dopo 13 anni, iscritto ad Obiettivo50. Un po’ per gratitudine certo, molto perché, anche dopo aver avviato la libera professione e quindi essere in grado di “camminare da solo sulle mie gambe”, l’associazione offre ancora molto: condivisione di opportunità, formazione ed aggiornamenti su temi sempre attuali e tanti colleghi con i quali ho sempre collaborato con uno spirito realmente “cooperativistico”: sempre “sulla stessa barca” mai “concorrenti”.

Grazie ad Obiettivo50 ho scoperto il mondo dei bandi ai quali sembra inizialmente difficile poter partecipare, ho condiviso le piccole difficoltà quotidiane della partita IVA e della sovrabbondante burocrazia, ho avuto conferma che le mie competenze e conoscenze avevano ed hanno ancora possibilità di ottenere una giusta remunerazione se presentate ed incanalate nei segmenti di mercato più interessanti.

Certo è necessaria una buona dose di flessibilità, controbilanciata in parte dalla relativa “libertà” della “libera” professione. Offrire quanto imparato in Bocconi, piuttosto che nelle multinazionali in cui ho lavorato, a PMI spesso di minuscole dimensioni e magari solo grazie ad un bando finanziato dalla Regione Lombardia, comporta una buona dose di capacità di adattarsi. Comunque, ogni volta che devo fare il bonifico della mia quota associativa tiro le somme e mi ricordo delle 25 aziende che ho potuto conoscere e seguire in vari progetti, soprattutto di internazionalizzazione, dei bandi della Regione e del MISE ai quali ho potuto concorrere solo grazie ad altri associati e ai vari incontri formativi ai quali ho partecipato sia come relatore sia come allievo. Ho sempre imparato qualcosa di nuovo che non avrei mai, anche nei tempi di internet, potuto approfondire da solo. I conti alla fine sono sempre a mio vantaggio.

Ovviamente non ho ancora del tutto capito se dal cavallo “posto fisso” sono caduto o se in realtà volevo già scendere. Certamente la flessibilità ogni tanto rassomiglia più al “precariato” che al “prestigio” dei professionisti di un tempo, però gli aspetti positivi superano quelli negativi ed Obiettivo50 è certamente tra gli strumenti indispensabili per tutti i freelance della consulenza e della formazione aziendale. Anche se ogni tanto, devo ammetterlo, soprattutto quando devo pagare il tagliando, la macchina aziendale mi manca…(testo di Marco Puchetti).

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Corso “ Lo Start-up delle PMI Innovative”, Torino 23-24/03/2017

07 Apr 2017 Posted by Gabriella Valeri in Progetti

Il corso “Lo Start-up delle PMI Innovative” ,organizzato da Obiettivo50 in collaborazione con Federmanager Torino e tenutosi presso Rinascimenti Sociali il 23 e 24 marzo scorso, ha registrato un eccellente riscontro di gradimento da parte dei partecipanti, analogamente a quanto avvenuto nell’edizione milanese del marzo 2016.

L’obiettivo del corso era di fornire una panoramica del fenomeno Start-up, nella prospettiva di diventare mentor, startupper in proprio o anche finanziatori: nelle due giornate si sono pertanto succeduti interventi che hanno presentato il quadro generale del fenomeno,  alcuni casi concreti, e una sorta di “cassetta degli attrezzi” ai manager interessati al mondo delle start-up. Gli speaker, tutti di alto profilo, hanno richiamato numerosi partecipanti tra i soci  Obiettivo50 e i soci Federmanager Torino. 50 gli attestati di partecipazione rilasciati a chi ha frequentato l’intero percorso d’aula.

O50 corso start-up Torino

Qui a seguire un breve flash report degli interventi delle 2 giornate

Giornata 1 – Giovedì 23 marzo 2017

Saluti introduttivi di Giuliana Fresia, membro della Giunta Esecutiva Federmanager Torino, e di Gianfranco Antonioli, Presidente di Obiettivo50

Enrico Ghia, Senior Consultant I3P-Incubatore Imprese Innovative Politecnico di Torino, ha presentato scenario e operatori degli incubatori nella creazione e promozione di ecosistemi di start-up. Universitari o privati, sono fondamentali nella fase di selezione e nel successivo sviluppo del business (qui intesi come acceleratori).

Nel successivo intervento, sempre di Enrico Ghia, si è approfondito lo sviluppo dell’ecosistema innovativo a Torino e in Piemonte. Facilitatori istituzionali, trend di crescita, dinamiche e strategie entro un panorama, quello italiano, che sconta difficoltà culturali e istituzionali nei confronti di altri paesi europei.

Veronica Sgobio, social media manager I3P, ha parlato degli hackaton, eventi ad alto tasso di creatività della durata di un weekend, per mettere in contatto chi ha le idee innovative con le aziende tradizionali interessate a sviluppare soluzioni digitali integrate.

Enrico Cattaneo, CEO 42 Holding, ha presentato i modelli italiani di Corporate Venture Capital portando l’attenzione su un nuovo approccio all’ innovazione. I tradizionali modelli di management sono poco utili in assenza di dati storici per valutare il potenziale del business,inoltre le start-up devono ridurre i rischi: ecco parchè ora il focus è sui bisogni  e non sul prodotto.

Alberto Giusti, Managing partner 42 Accelerator,ha approfondito il ruolo chiave dell’acceleratore nell’attuale contesto italiano. Tutto sta cambiando sempre più velocemente, la tecnologia accelera, è sempre più difficile restare leader di mercato, “il software si sta mangiando il mondo”: questi alcuni degli spunti del suo speech.

Cosimo Panetta, Managing partner The Doers, evidenzia il ruolo degli Start-up Mentors, i professionisti che sono gli “angeli custodi” delle start-up e le guidano nello sviluppo del progetto, perché “le start-up non sono aziende in miniatura”.

Carlo Barbati, owner Slowmanagement, ha illustrato, attraverso un modello software di simulazione, le dinamiche e gli impatti sul business dell’attività di social marketing condotte dalle start-up.

Vincenzo Renzi, Marketing manager SMPI Group, ha successivamente esplicitato tali attività, presentando strategia e analisi dei risultati tratti da un caso reale di un progetto di social marketing per una start-up, che ha privilegiato un canale social (Facebook) per il lancio del prodotto.

Giornata 2 –  Venerdi 24 marzo 2017

Saluti introduttivi di Massimo Rusconi,  Presidente di Federmanager Torino, e di Gianfranco Antonioli, Presidente di Obiettivo50.

Riccardo Isola, consulente di direzione aziendale, ha illustrato le possibilità di collaborazione tra start-up e profili senior. Ruoli, dinamiche, cosa fare e cosa non fare, work for equity (normativa e vantaggi), e molti consigli pratici tratti dalla sua esperienza quale mentor di start-up.

Monica Paolizzi, Systemic Designer e Accelerator Programme Coordinator Socialfare srl, ha parlato di reti, competenze e innovazione a impatto sociale, che convergono in un modello di accelerazione di imprese che rispondono a sfide sociali, con soluzioni sostenibili e scalabili. Il valore è nello sviluppo e implementazione di nuove idee che incontrano bisogni sociali e creano nuove relazioni e collaborazioni.

Rudy Zanchi, Owner MOVE Communication, Founder Rete All In One group, Partner EWN, ha portato un caso reale di start-up, Special Waves, che ha un progetto(software e prodotto) sul primo controller modulare personalizzabile, che permette di creare melodie utilizzando moduli pre-programmati. Seguita da loro nell’intera fase di sviluppo, ha avuto una rapidissima evoluzione da start-up ad azienda.

Marilena Garis, Praxi Intellectual Property SpA, ha sottolineato l’importanza di registrare subito marchi e brevetti. Oltretutto i marchi sono segni distintivi che servono per differenziarsi e affermarsi nel contesto internazionale. Marchi e brevetti: per tutelare il prodotto innovativo, ma soprattutto per dare valore.

Raffaele Ripa, Studio Associato Ripa Blandino Rizzello, ha portato il punto di vista di un commercialista su aspetti legali, societari e fiscali di una start-up. Ha inoltre definito la distinzione tra i requisiti della  start-up e della PMI innovative  e presentato le agevolazioni disponibili, sia fiscali che del sistema camerale.

Paola Capello, referente sportello Horizon2020 e Programmi UE, ha dato indicazioni su come orientarsi tra i Fondi Europei per le start-up, evidenziando come serva saper intercettare  gli ingenti budget messi a disposizione dalla UE.

 

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I manager si raccontano – Claudio Cardosi

28 Mar 2017 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Helicopter overview: guardare il bosco e non gli aghi di pino caduti per terra

Claudio Cardosi

Sono entrato in Obiettivo50 nel 2006, meno di due anni dopo la sua fondazione. Nel 2008 sono stato nominato Vice Presidente, carica che tutt’ora ricopro. Credo di essere il socio più anziano dell’Associazione perché ho appena compiuto 77 anni.

Quando sono entrato, ero già in pensione da cinque  anni, con un importo più che soddisfacente avendo accumulato oltre 40 anni di contributi come top manager  in quattro banche italiane medio-grandi (incarichi che mi sono valsi la nomina a Cavaliere della Repubblica a soli 44 anni) e, prima, in due multinazionali dell’ICT.

Non avevo quindi stringente bisogno di lavorare ma volevo cercare di aiutare chi ne aveva necessità.

Ovviamente non disdegnavo incarichi consulenziali, preferibilmente legati al Sistema Bancario. Ho lavorato sino a quattro anni fa con aziende/enti/associazioni che avevo conosciuto nella mia carriera e, fregiandomi anche dell’appartenenza a O50, ho ottenuto un ritorno economico molto interessante.

Direttamente con O50 ho partecipato  solo ad un progetto in team con altri soci, avendo vinto un bando della Regione Lombardia sul tema “ Ricambio generazionale “.

Nei confronti di O50 il mio è quindi un contributo assolutamente volontario di cui vado fiero: questa posizione mi permette di avere un approccio ai problemi dei Colleghi più distaccato, che  credo sia utile nell’equilibrio generale in seno al Consiglio di Amministrazione.

Un mio vecchio consulente  mi ha insegnato che non bisogna portarsi a casa, la sera, la borsa piena di aghi di pino ma avere una helicopter  overview del bosco in cui si opera……

Anche per questo motivo collaboro, sempre volontariamente, con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, per cui partecipo a tre Commissioni di lavoro (con molti punti di contatto con gli obiettivi istituzionali di O50, in particolare formazione e qualificazione professionale) e dal quale sono delegato per gli Esami di Stato al Politecnico di Milano.

Due Ingegneri iscritti all’Ordine sono stati da me portati in O50 e, grazie alle nuove opportunità create, hanno potuto trovare un riposizionamento stabile; ad altri parlo continuamente di O50.

Sempre in  O50 ho contribuito a definire il programma di alcuni corsi facenti ora parte del Catalogo di O50 Academy, ad alcuni dei quali ho anche partecipato come discente.

Sono il responsabile dell’accettazione dei nuovi Soci, a valle delle interviste effettuate dai nostri bravissimi selezionatori. Un compito che richiede attenzione e rigore nella valutazione delle competenze, per garantire il mantenimento dell’immagine di Associazione di nicchia, ma soprattutto di elite, guadagnata da O50. Solo così possiamo oggi dire, senza tema di smentite, che l’appartenenza a O50 è di per sé un bollino di qualità per le proprie competenze professionali, di cui ogni Socio deve andare orgoglioso. A fronte dell’obiettivo dei 200 soci raggiunto alla fine del 2016, almeno altrettanti sono stati “bocciati“: il processo di  selezione è dunque molto serio e impegnativo. Inoltre mi occupo della registrazione delle quote associative e del sollecito nei ritardi.

Insomma di lavoro da fare ce n’è ma anche di soddisfazione. Il segreto di O50 è che tutti devono collaborare per ottenere i risultati per sé e per i Colleghi, senza aspettare egoisticamente…..la pappa fatta e l’occasione d’oro. (testimonianza raccolta da Ugo Panerai)

 

 

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Passaggio Generazionale: come procedere

11 Mar 2017 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Vita da consulente

Vi presentiamo un articolo sul tema del passaggio generazionale a cura di un socio esperto sull’argomento.

Statisticamente, il numero di società che riescono a passare di mano si riduce di un terzo ad ogni passaggio generazionale: perché?

I motivi possono essere molteplici: dalla minore capacità imprenditoriale della nuova generazione alla incapacità di passare il timone da parte dell’imprenditore fondatore o prosecutore.

Nessun padre o madre di famiglia direbbe al proprio figlio/a: “No, non camminare perché potresti cadere e farti male. Aspetta: quando io non ci sarò più, allora potrai esercitarti senza farmi preoccupare”.

A volte, il motivo della difficoltà del passaggio è molto più psicologico che di qualità reale degli interlocutori. Perdere la guida della propria società, guidarla con mano ferma verso un business sempre più difficile, con un mercato in continua evoluzione, non è cosa da ragazzini.

Però le soluzioni innovative vanno introdotte, bisogna svecchiare le procedure, essere più flessibili, adattarci alle richieste dei clienti, digitalizzare l’offerta, allargare il mercato ed espandersi all’estero.

Tutte cose giuste a parole, ma pericolose nei fatti e di difficile controllo: e chi mai ha l’esperienza per gestire tutto questo? “Qui c’è il rischio di fallire ancora prima di iniziare e di vedersi portare via l’azienda!”

Questi sono i dubbi e le idee che spesso passano per le teste di padri e figli: come risolverle? Come conciliare le iniziative innovative e le esperienze tradizionali che hanno portato l’azienda a crescere ed a raggiungere i risultati odierni?

Tutto questo si può fare procedendo prima a piccoli passi, chiarendo gli aspetti tecnici in primo luogo e poi curandosi di quelli psicologici, quelli che incidono sulla fiducia e sulla sicurezza.

Le persone non devono fare né passi più lunghi della gamba né effettuare azioni rivoluzionarie: semplicemente non servono soluzioni drammatiche, ma occorre impostare un piano di azione da condividere.

Come dice il saggio cinese: si possono scalare le montagne iniziando a piccoli passi.

La cosa interessante è che si inizia con i piccoli passi e poi si continua con passi sempre più grandi, ma più sicuri e fermi, con il conforto di ogni interlocutore.

Se il genitore non controlla e sostiene il proprio bambino mentre impara a camminare e gli insegna come comportarsi e muoversi per evitare cadute rovinose, che genitore è? Allo stesso modo dovrà darsi da fare perché il proprio figlio possa crescere in azienda con passo sicuro.

Allo stesso modo non vedo un bambino che decide di mettersi a correre nel salire e scendere le scale, pensando di sapere tutto e di far vedere al genitore come si fa.

passaggio generazionale

Tutto questo si può fare senza dover urlare, ma mettendosi in posizione di ascolto, con attenzione: il rispetto delle esigenze dell’altro è un elemento fondamentale per accrescere la fiducia: se non si ascolta l’altro interlocutore come possiamo pensare di essere anche noi ascoltati?

Dobbiamo riconoscere quindi l’esperienza che ha portato l’azienda a prosperare e sopravvivere fino ad oggi e, se vogliamo che si conservi in futuro, dobbiamo mettere in grado la nostra progenie di proseguire con le innovazioni necessarie, dando quelle indicazioni che riteniamo opportune.

Anche l’errore fa parte dell’esperienza che il novello imprenditore dovrà incontrare e gestire: se sbaglierà con il genitore presente potrà essere da lui supportato ed incoraggiato, e potranno anche esserci, in futuro, molti  “te l’avevo detto che avrebbe funzionato” da parte del figlio, o almeno lo spero proprio! L’innovazione non è immobilismo, non è “abbiamo sempre fatto così!”

Si fa esperienza scambiando idee, commentandole, criticandole, facendole crescere e valutando i rischi con la partecipazione attiva di tutti gli interlocutori.

Non si è eterni (non ancora almeno) e il nostro giocattolo che ci dà tante preoccupazioni, ma anche tante soddisfazioni, dovrà passare di mano: pianifichiamo con calma, condividendo le scelte. Si può pilotare la situazione per raggiungere l’obiettivo finale. E poi, perché non goderci anche la meritata pensione, visto che questa generazione lo può fare?

Ognuno di noi ha un compito ben preciso e rilevante da svolgere nei vari momenti della nostra vita: perché contrastarlo? Perché non accettare qualcosa che è previsto nel nostro DNA?

Se poi vi sembra difficile tutto questo e vi serve un aiuto, ci sono persone che sono in grado di darvi una mano: una persona esterna, può risolvere molto in fretta i vostri problemi di insicurezza e mettervi in condizione di maggior attenzione … a patto che la persona non parteggi per qualcuno (sarebbe un grave errore), che non formuli giudizi del tutto inappropriati, in contesti così particolari e diversi, e che si impegni ad aiutarvi comprendendo le ragioni psicologiche che stanno alla base di scelte e comportamenti.

Se poi la persona ha anche conoscenze tecniche ed è in grado di farvi valutare la situazione e farvi prendere le scelte migliori per quel momento e quelle informazioni disponibili, allora avete raggiunto un obiettivo duplice: andare d’accordo e prendere le scelte giuste!

Ma ricordatevi: dovete effettuare voi scelte e decisioni. Il compito del consulente è mettere d’accordo mente (soluzioni razionali) e “pancia” (soluzioni d’istinto ed emotive) sulle scelte da effettuare. (testo di Maurizio Volonghi)

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Seconda edizione del corso Start-Up: Torino 23-24 marzo 2017

03 Mar 2017 Posted by Gabriella Valeri in Progetti

corso start-up Dopo il successo dell’edizione milanese dello scorso anno (che vi abbiamo presentato qui), torna il corso Start-Up in una formula rinnovata in 2 sole giornate che si terrà a Torino il 23 e 24 marzo 2017.

Il corso ha inoltre ricevuto l’accreditamento da ODCEC- Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino (riconoscimento dei crediti formativi agli iscritti all’Ordine in base alla frequenza del corso).

Le start-up registrano una grande crescita e presentano  grandi potenzialità per il nostro  Paese, come confermano i dati del MISE (start-up cresciute del 41% nel 2016) , anche se permangono numerose le criticità nelle varie fasi di vita delle start-up.

Per tutti questi motivi, Obiettivo50 ritiene opportuno approfondire il tema con professionisti del settore e rappresentanti diretti di case histories per fornire ai soci strumenti teorico-pratici di comprensione.

Il fenomeno start-up può offrire ai soci di O50 opportunità professionali in varie forme:

– come consulente per affiancare l’imprenditore nel processo di sviluppo di un’idea innovativa;

-per supportare in modo complementare un giovane startupper con l’esperienza e la maturità del senior;

-per diventare imprenditore e startupper in proprio;

– come investitore nelle fasi successive della startup.

Il corso intende offrire una panoramica sull’argomento ed è strutturato in 2 giornate full-time  (9.30 – 13/ 14 – 17.30), è destinato a manager con esperienza in posizioni di responsabilità ed è tenuto da professionisti del settore e con testimonianze dirette di case history.

Programma del corso: Il fenomeno delle Start-up

  • Il ruolo degli incubatori
  • Lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione a Torino e in Piemonte
  • Ruolo e importanza degli “hackathon”
  • Modelli italiani di Corporate Venture Capital
  • La visione degli acceleratori
  • La visione dei business angels
  • Come, quando e perché una start-up deve fare marketing
  • La collaborazione fra start-up e profili senior: interazione e remunerazione
  • I Mentor di start-up
  • Casi reali di start up
  • Cenni sulla tutela dei marchi e dei brevetti
  • Aspetti legali, societari e fiscali di una start-up
  • Come orientarsi tra i fondi europei

Costi: gratuito per i soci vecchi e nuovi di Obiettivo50 in regola con il pagamento della quota associativa per il 2017

Ulteriori informazioni nella Scheda corso e Programma corso qui allegati.

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O50 Incontra Digital Magics

24 Feb 2017 Posted by Gabriella Valeri in Formazione2

O50 Incontra Digital MagicsNel nostro tradizionale appuntamento mensile di networking dello scorso 16 febbraio ha preso il via una nuova iniziativa della Academy: si tratta di O50 Incontra, che ha avuto come ospite la società Digital Magics.

O50 Incontra è un’iniziativa che si sviluppa all’interno degli incontri di networking destinati ai manager associati e che viene gestita da un socio, sia in prima persona sia  invitando esperti di settore con cui è in contatto. In tal modo vengono condivise con tutti i soci opportunità professionali e di aggregazione, trasferendo al contempo delle “pillole di sapere”.

O50 Incontra dello scorso 16 febbraio era organizzata dal socio Gaetano Bonfissuto e ha visto come ospiti Layla Pavone e Gabriele Ronchini, rispettivamente partner – membro del CDA e socio fondatore di Digital Magics, da loro definito un business incubator, in quanto non fanno solo mentoring ma anche sviluppo business. L’incontro aveva l’obiettivo di presentare ai manager associati le opportunità inerenti al tema Start-up, Open Innovation e Piano Industria 4.0.O50 Incontra Digital Magics2

Nel corso dell’incontro hanno presentato il loro modello operativo, l’importanza del concetto di scalabilità e i criteri di scouting e di scelta delle startup da incubare, hanno più volte ribadito l’importanza del team, della squadra. Non a caso, le parole chiave del mondo startup da loro evidenziate sono state People – Market – Idea, esattamente in questo ordine. L’importanza del tema People ha avuto riscontri anche in termini di alte professionalità da loro ricercate, tema di particolare interesse per i soci presenti. In particolare, è stato sottolineato che il criterio più importante adottato in fase di screening per scegliere le start-up da incubare, ancora più importante del team, è la motivazione dello start-upper, definita resilienza, ovvero la capacità e la tenacia per resistere e sopravvivere agli ostacoli. Altro tema evidenziato è stato l’Open Innovation.

L’iniziativa ha riscosso molto interesse e partecipazione da parte dei presenti, grazie al tema e ai relatori di alto livello ed esperienza, e ciò non può che confermarci nella bontà di questo nuovo format dei nostri appuntamenti.

Con O50 Incontra il binomio networking e in/formazione si è dimostrato ancora una volta vincente nell’offrire ai manager dell’associazione opportunità per nuovi sviluppi professionali.

 

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