Formazione

I manager si raccontano – Ugo Panerai

28 Apr 2016 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Mi sono iscritto a Obiettivo50 (di cui avevo sentito parlare da amici ed ex-colleghi d’aziendUgo Paneraia) nel 2011, quando già da alcuni anni, andato in pensione dopo una lunga carriera dirigenziale, operavo come consulente nel campo della comunicazione d’impresa.

Mi attirava la prospettiva di poter scambiare idee ed esperienze con altri manager, acquisire nuove conoscenze personali e professionali, insomma entrare in un network. Beninteso, nello sfondo c’era anche la convinzione che attraverso O50 avrei potuto allargare il mio orizzonte culturale ed acquisire elementi e contatti utili per ampliare la mia attività o per accedere a nuove opportunità nel caso che il fragile mestiere del consulente avesse trovato qualche intoppo.

Ebbene, O50 non mi ha fornito direttamente opportunità di lavoro (del resto, fortunatamente non ne ho avuto bisogno), ma ha risposto, e sta rispondendo, pienamente alle aspettative di cui parlavo prima.

Ho incontrato nuovi colleghi con cui si è stabilito un simpatico e proficuo rapporto e dai quali ho imparato molto (forse, chissà, ho anche insegnato io qualcosa).

La mia professione di comunicatore d’impresa, in azienda e fuori azienda, mi ha allenato al contatto con le realtà più diverse e alla conoscenza, seppure non specialistica, praticamente di tutti i settori della vita di un’impresa. Ma poiché non si finisce mai di imparare, in O50 ho potuto confrontarmi con una grande varietà di realtà e di stili manageriali. E sono convinto che queste esperienze prima o poi mi riusciranno utili. Un investimento, ecco: l’associazione a O50 come un investimento.

Naturalmente ho anche dato. Le occasioni più efficaci per fare nuove esperienze e imparare nuove cose sono state infatti quelle in  cui ho collaborato a progetti svolti insieme per l’associazione, mettendo a disposizione le mie competenze e le mie energie, e integrandole con quelle degli altri. Non è tutto sempre rose e fiori: in un buon lavoro di gruppo problemi, difficoltà, incomprensioni si superano. L’Associazione funziona se i soci la fanno funzionare e se lavorano a vario titolo per essa. Insomma, “Aiutati che O50 ti aiuta”…

I soci possono trovare il mio cv nella sezione a noi riservata; i non soci, su LinkedIn.

(testo di Ugo Panerai)

Workshop per i nuovi soci di Obiettivo50

21 Apr 2016 Posted by Gianfranco Antonioli in News

Buona parte dei 50 neo-soci entrati a far parte della famiglia Obiettivo50 negli ultimi mesi hanno preso parte giovedì 14 aprile al tradizionale workshop che caratterizza l’introduzione dei nuovi arrivati nell’attività e nello spirito dell’Associazione. workshop neosoci

Il presidente e altri consiglieri di amministrazione hanno presentato una rassegna di quanto O50 ha fatto e sta facendo (qui disponibile la presentazione 1 Obiettivo50-La strategia) in termini di promozione delle attività, valorizzazione delle competenze dei soci, formazione.

Sono stati inoltre illustrati gli sviluppi del sito ed è stata sottolineata la presenza crescente di O50 sui social (company page e gruppo su LinkedIn, account su Twitter). Infine sono state ribadite l’importanza del database delle competenze presenti in O50 e l’importanza della bacheca, strumento di grande valore a disposizione dei soci per scambiare esperienze e riferimenti, proporre opportunità, fornire informazioni di utilità per tutti.

Un particolare accento è stato posto sulla formazione, con un duplice annuncio:

-il progetto di realizzare in autunno, come strumento di aggiornamento culturale dei manager, un corso sull’attualissimo tema dell’Internet of Things;

-l’intenzione di organizzare in modo sistematico, sotto un unico marchio “Obiettivo50 ACADEMY”, l’intensa attività formativa e informativa che O50 sta conducendo in vari format, diversi per durata, grado di approfondimento e contesto: “pillole di conoscenza”, workshop, convegni, percorsi di formazione.

Concluso con successo il corso O50 “Lo start-up delle PMI innovative”

15 Apr 2016 Posted by Gabriella Valeri in Progetti

Eccellente riscontro per il nostro corso di formazione “Lo start-up delle PMI innovative”: i questionari di gradimento segnano un bel 97% di partecipanti soddisfatti per l’iniziativa nel suo complesso.

Il corso si è articolato su tre intere giornate, ognuna dedicata ad uno specifico temcorso start-up day3a, con l’obiettivo di presentare ai partecipanti il quadro generale di un fenomeno in grande espansione, alcuni casi concreti, e una sorta di “cassetta degli attrezzi” ai manager interessati al mentoring delle start-up. I docenti e le testimonianze del corso, tutti di alto profilo, hanno richiamato oltre 60 partecipanti tra i soci  Obiettivo50 e soci ALDAI. 52 gli attestati di partecipazioni rilasciati a chi ha frequentato l’intero percorso d’aula.

Flash Report  delle 3 giornate

La prima giornata, il 17 marzo presso il PoliHub di Milano, si è concentrata su scenario, attori e mercato per le start-up.

Ha aperto i lavori Stefano Mainetti, CEO PoliHub (50 start-up incubate, 12 milioni di Euro di fatturato, 7 milioni di Euro di investimenti, 400 persone, 1200 idee valutate ogni anno, 83% delle start-up ancora operative) con un intervento volto a creare il mindset: perché fare una start-up, come essere imprenditori, come avviarla e gli elementi chiave (idea, prodotto, team, execution e finanziamento). La start-up è un’organizzazione temporanea, alla ricerca di un business model ripetibile e scalabile, diversa da un new business (crescita scalabile vs crescita incrementale).

Ha proseguito Antonio Ghezzi, Dir. Osservatorio Start-up Hi-Tech Politecnico Milano, con un’overview sulle start-up in Italia: gli investimenti (la maggior parte da investitori informali, ad es. Business Angels), l’importanza del team (valutato dai finanziatori), il crescente impatto, sulle dinamiche imprenditoriali in Italia, di fatturato e occupati nelle start-up, con esempi significativi di start-up.

Federico Barilli, Segr. Gen. Italia Start-up, ha evidenziato come in Italia, a differenza che in altri paesi come gli USA, manchi una vision di sistema: c’è pertanto ancora bisogno di un’associazione no profit che supporti con i suoi servizi l’ecosistema start-up.

A seguire Alberto Giusti, Managing Partner 42Accelerator, con una carrellata di esempi (prevalentemente USA) di nuovi player emersi in numerosi settori, e su come approfittare della Digital Transformation (incluse le “nuove onde”: stampa 3D, IoT), per concludere sul ruolo chiave degli acceleratori e del crowdfunding.

Luca Canepa, Board Member IBAN e socio O50, sull’investire in start-up innovative ha presentato il modello Bcorso start-up day1usiness Angels (BA), soffermandosi su processo di investimento, due diligence, metodologie di valutazione, exit, oltre che sull’investimento in syndication (clusters di Angels).

Ha concluso la giornata Layla Pavone, A.D. Digital Magics (incubatore certificato di start-up innovative digitali presente in tutt’Italia), che ha illustrato  la grande opportunità del contesto italiano della digital economy (rivoluzione digitale sommata al potenziale degli investitori privati e a legislazione specifica), confermata dalle oltre 5.000 nuove start-up high-tech a fine 2015.

La seconda giornata del corso start-up, il 24 marzo presso ALDAI, è stata dedicata alla presentazione di casi reali di start-up.

In apertura Stefania Iacono Pezzillo e Olga Ignjatov di Innovits, con l’esperienza del loro laboratorio d’impresa no profit per il supporto alle start-up, “la nave Argo” che porta gli Argonauti verso il vello d’oro. A seguire, casi di start-up portati da Innovits: un pitch di 2 start-up con valutazione in diretta a simulare una effettiva presentazione di startupper, e un caso problematico.corso start-up day2

Ha proseguito Andrea Rinaldo, CEO X-Metrics, molto coinvolgente nel raccontare la sua start-up dall’idea al successo: si parla di un activity tracker per nuotatori, un device indossabile per monitorare le prestazioni in vasca, nato dal suo background di allenatore di nuoto e ora distribuito in tutto il mondo. I suoi consigli: lavorare per sottrazione e rendere essenziali le funzionalità, non concentrarsi troppo sul prodotto ma saper comunicare e farsi conoscere, l’importanza del team.

Alessandro Venturini, Business Dev. Dir. Inventia (soluzioni di video engagment per  supporto e vendita omnichannel), ha portato un interessante esempio di start-up creata da un gruppo di manager che fanno impresa.

Nell’intervento di Gianpietro Pasquon, CFO Endosight e socio InnoVits, c’è il suo percorso professionale di manager di medie e grandi aziende che diventa prima mentore di start-up e poi CFO nelle stesse start-up. Perché un manager in una start-up? “Esperienza manageriale in azienda, seniority, ma soprattutto la capacità di dare un contributo trasversale”: questa la sua risposta.

A concludere la seconda giornata Stefano Mizio e Matthias Loehner, InnoVitsLab, su opportunità e modelli di collaborazione tra manager e start-up. Dal mito del garage alle aziende e alle start-up: la prospettiva è diversa, ed è un mestiere che bisogna imparare, non ci si deve improvvisare. Entrepreneurship, ovvero nelle start-up sono più importanti le persone delle idee.Serve realismo ed esperienza: si parla qui di “learning and discovery culture”.

I relatori della terza e conclusiva giornata del corso start-up, 31 marzo sempre presso ALDAI, hanno fornito strumenti pratici di intervento nelle start-up.

Giusy Stanziola e Fabio Melzani, UniCredit Start Lab, hanno presentato i servizi della banca a supporto di idee imprenditoriali, start-up e PMI innovative (Start Lab), e le attività del Fondo Centrale di Garanzia PMI del MISE, inclusa l’iniziativa Smart&Start per start-up innovative.

Si è proseguito con Cinzia Tonin, CCIIA MI, che ha elencato i servizi camerali a sostegno di imprenditorialità e nuove imprese in genere, non limitati alle start-up,

Francesco Lazzarotto, Warrant Group, ha infine evidenziato opportunità e criticità del complesso quadro di riferimento delle risorse finanziarie europee, regionali e nazionali a sostegno delle Start-up, e presentato il portale dedicato alla ricerca dei finanziamenti agevolati per le start-up, realizzato in collaborazione con Italia Startup.

Laura Savini e Guido Dominoni, Finlombarda Regione Lombardia, hanno illustrato gli  strumenti della UE a sostegno di Start-up e PMI: le misure per le PMI in  Horizon2020 (SME Instrument e FTI-Fast Track to Innovation), oltre ai servizi delle Rete Simpler-Enterprise Europe Network per agevolare la partecipazione ai Bandi Europei.

Emanuela Garlaschelli, CCIIA e ODCEC MI, ha presentato il punto di vista del commercialista (legislazione, requisiti, agevolazioni, informative del MISE) con riferimento alle nuove imprese innovative , cioè le start-up innovative e le PMI Innovative.

A cura di Fabrizio Amarilli Fondazione Politecnico l’intervento conclusivo della giornata e del corso, dedicato alle buone pratiche per rispondere con successo alle call dello SME Instrument di Horizon2020: focus, tra gli altri, sul mercato, sul tipo di innovazione , sul TRL-Technology Readiness Level, sfatando inoltre alcuni miti sullo SME Instrument.

Manager e start-up: come valorizzare lo spirito imprenditoriale

02 Apr 2016 Posted by Gabriella Valeri in Progetti

“Siamo convinti che in Italia vi siano moltissimi manager e imprenditori che potrebbero dManager e start-upare un valore aggiunto importante all’avvio di nuove imprese”: queste parole di Gianfranco Antonioli, presidente di Obiettivo50, introducono il tema manager e start-up, un binomio in cui la nostra Associazione crede fortemente. Ne è conferma il percorso formativo “Lo start-up delle PMI innovative” da noi recentemente organizzato (sul quale vi aggiorneremo a breve) e che ha ospitato le testimonianze dei principali attori del panorama start-up a livello nazionale.

Tra questi, Innovits Lab, di cui ci fa piacere presentarvi qui un approfondimento sull’argomento manager e start-up. Buona lettura!

 

I manager si raccontano – Patrizia Oliveri del Castillo

17 Mar 2016 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Obiettivo50 è un amplificatore di opportunità.

Questa è – tra le tante – la definizione di O50 che mi piace di più. Si, è per questo che amo l’Associazione:PatriziaOliveriDC perché non promette facili successi, ma ti consegna delle occasioni, che sta a te cogliere e trasformare. Perché è un’organizzazione snella, in cui puoi sentirti protagonista, in quanto si vede quello che fai, e anche quello che non fai.

E’ l’artefice della mia seconda vita professionale. Cinque anni fa mi ritrovai a chiedermi come incanalare le mie energie lavorative e chi fosse degno di raccogliere le molteplici conoscenze e competenze di cui sono “portatrice sana”, sviluppate e “sudate” in oltre trent’anni di vita da manager in multinazionali di rilievo.

Fu un collega a parlarmi per la prima volta dell’Associazione. Ai tempi mi aveva colpito molto il fatto che i manager associati potessero scambiarsi in piena libertà le segnalazioni di offerte di lavoro, e che a nessuno fosse dovuta provvigione alcuna nel momento in cui il lavoro fosse andato in porto. Nel tempo poi questo stesso collega mi parlò delle attività dell’associazione, degli eventi culturali. Finché mi sentii pronta ed incuriosita. Compilai il form online e fui contattata subito. Ricordo di essermi sentita molto importante e considerata per questo.

Pochi mesi dopo la mia iscrizione, ho visto un annuncio nella “bacheca” del sito di O50. C’era una segnalazione fatta da un collega di un bando di concorso indetto dalla Provincia di Parma. Cercavano un Export Manager. Ebbene: io ero un Direttore Marketing. E’ vero: ho lavorato tutta la vita in aziende multinazionali. I miei sottoposti erano dislocati in varie parti d’Europa. Il mio capo era un indiano che risiedeva in UK. Parlavo, scrivevo e pensavo in inglese, prima che in italiano. Mi muovevo quindi molto agevolmente in ambito internazionale. Ma fare l’Export Manager di una PMI, pensavo, è totalmente diverso.

Ricordo che fu mio marito a convincermi a rispondere all’annuncio. E’ così che ho scoperto il mondo dei bandi di concorso e approfondito la mia conoscenza dell’universo delle PMI italiane. La “Formazione finanziata”, poi, non l’ho cercata: è lei che ha trovato me. Ed è stato amore a prima vista!

Obiettivo50 mi ha insegnato a buttare il cuore oltre la siepe: mettermi in gioco, guardare le cose sotto un’altra prospettiva, sviluppare la fantasia. Prima mi giravo solo quando mi sentivo dare del Direttore Marketing. Adesso vi rispondo anche se mi chiamate Consulente per l’Internazionalizzazione, Formatrice Professionale, Manager di Rete di Imprese, (Temporary) Export Manager.

Utilizzando le parole di una mia collega di O50 che stimo molto, ora sono una professionista libera!!! Libera di scegliere come, quando e a chi dare le mie competenze. Grazie Obiettivo50! (Testo di Patrizia Oliveri del Castillo)

Export italiano nel 2015 nell’aggiornamento ISTAT

10 Mar 2016 Posted by Gianfranco Antonioli in News

Il recente aggiornamento ISTAT di febbraio 2016 sui dati del commercio con l’ estero si apre con una nota positiva: a dicembre 2015 il saldo commerciale delle esportazioni è stato di 6,0 miliardi (+5,7 miliardi a dicembre 2014).
Il documento prosegue evidenziando che:

-Mediamente, le esportazioni del 2015 hanno registrato un aumento: + 3,7% in valore ( +1,9% in volume)
– L’espansione dell’export è distribuita equamente tra i paesi UE: +3,8% e i paesi extra UE: +3,6%
– I mercati più dinamici per l’export del 2015 sono stati:
– -Stati Uniti: + 20,9%
— Belgio: + 10,6%Export Italia 2015
– -India: + 10,3%
— Spagna: + 10,1%
-Nell’ambito dei settori merceologici, nel 2015 rispetto al 2014, si segnalano la forte crescita di vendite all’estero di:
— autoveicoli: +30,8%
— prodotti agricoltura, silvicoltura e pesca: +11,2%
— computer, apparecchi elettronici e ottici: +10,9%
– Il confronto tra le dinamiche dell’export dell’Italia e quelle dei paesi Ue evidenzia come, nel 2015, il contributo dell’Italia alle esportazioni dell’area Ue abbia registrato un lieve calo rispetto al 2014 (da 8,6% a 8,5%), sintesi di una omogenea riduzione della quota nazionale sia sul mercato interno europeo (da 7,5% a 7,4%) sia rispetto all’area extra Ue (da 10,6% a 10,4%).
Tra i principali paesi, solo la Germania ha incrementato la quota sull’export dell’Ue (da 24,3% a 24,7%), la Francia è rimasta stabile mentre la Spagna ha subito una contrazione di un decimo di punto.
Nell’immagine si presenta un grafico con il dettaglio sui settori più dinamici.
Anche nel 2015 l’export italiano si è rivelato quindi all’altezza degli altri mercati e fondamentale per tenere a galla la nostra economia, nell’attesa che i timidi segnali della ripresa si rafforzino. Si tratta di dati certamente di grande interesse per i numerosi soci di Obiettivo50 attivi come Temporary Export Manager.
Godiamoci dunque questi risultati, aspettando di vedere cosa ci riserverà un 2016 che si è già aperto con qualche incertezza su questioni geopolitiche e finanziarie ancora irrisolte, e con il rallentamento dei paesi emergenti.
In definitiva, il Made in Italy continua a rimanere sinonimo di buona qualità in tutto il mondo, senza parlare del nostro comparto alimentare che nel tempo mantiene prestazioni invidiabili!