Formazione

I MANAGER SI RACCONTANO. L’esperienza di Laura Vescovo alla Fondazione Prandoni

11 Lug 2023 Posted by Anna Lavatelli in Casi di successo, Casi di successo, News

Nel 2021 abbiamo raccolto l’esperienza di una delle nostre socie, Laura Vescovo, relativamente alla nomina a consigliera presso la Fondazione Prandoni, Organizzazione senza fini di lucro, operante nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria e assistenziale a persone anziane, nel contesto territoriale di Como, Lecco, Milano e Varese.  

Laura, dopo aver risposto nuovamente al bando del comune di Milano è stata rieletta consigliera per i prossimi 3 anni (maggio 2023 – maggio 2026).

Le abbiamo chiesto di raccontarci com’è andata e che cosa l’ha spinta a ricandidarsi.

  • “Innanzitutto, il primo periodo del mio insediamento, che è corrisposto all’inizio del Covid, è stato molto sofferto e faticoso. L’epidemia non ha infatti risparmiato nessuno: dai degenti a gran parte del personale, al Presidente e al Direttore Generale. Il consiglio ha dovuto far fronte a un periodo molto complicato, che ha però accelerato il mio inserimento e creato un clima di grande collaborazione, partecipazione e stima all’interno del Consiglio.

Dopo 3 anni nel ruolo di consigliera posso dire che si tratta di un’esperienza molto soddisfacente e arricchente dal punto di vista umano e professionale, ma anche di grande responsabilità da non sottovalutare.

La cornice è inoltre molto piacevole, in quanto la fondazione si trova a Torno, in quella che era la villa di vacanza della famiglia Prandoni, affacciata sul Lago di Como, con un bellissimo parco secolare”.

Quali sono state le iniziative e le attività degne di nota durante il suo primo mandato?

  • “In questi anni sono state promosse molte iniziative sul fronte immobiliare, cosa che ha permesso la costruzione di una nuova importante ala della struttura, con 20 camere accessoriate, palestra e terrazza vista lago. I letti disponibili nella struttura sono così passati da 70 a 90.

Per quanto riguarda l’assetto organizzativo, il consiglio ha poi nominato a sua tutela, benché non fosse obbligatorio, un Organo di Vigilanza, che potesse sovraintendere alle scelte e ai comportamenti della struttura, garantendo al contempo il rispetto delle norme.

Una scelta rivelatasi di successo, che ha consentito alla fondazione di superare brillantemente i controlli (audit) da parte di ATS e ROS, che si sono svolti durante e dopo la pandemia Covid.

Da sottolineare poi l’attenzione posta dal consiglio alle tematiche di benessere di tutti gli stakeholder della Fondazione a partire dagli ospiti e dal personale, dei quali si monitora periodicamente la soddisfazione che raggiunge livelli sempre molto positivi anche in confronto ai benchmark certificati dalla LIUC, l’Università di Castellanza.

Infine i consiglieri sono chiamati ad esprimere opinioni, ad indirizzare comportamenti a definire strategie a tutti i livelli, dai piccoli problemi quotidiani alle scelte di campo. È qui che si esercita la managerialità e l’umanità del consiglio, con grande impegno ma anche grandi soddisfazioni di chi ne fa parte”.

SEMINARIO – SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA CIRCOLARE

13 Giu 2023 Posted by Anna Lavatelli in Approfondimenti, Blog, Formazione

Sostenibilità ed economia circolare continuano ad essere temi strettamente collegati e imprescindibili nell’ambito di qualsiasi strategia di management aziendale. In particolare, l’economia circolare è uno degli elementi chiave dell’innovazione industriale degli ultimi anni. Spesso confusa con la riduzione dell’impatto ambientale, essa in realtà costituisce uno degli strumenti principali per trasformare le catene del valore contribuendo alla sostenibilità economica, oltre che ambientale.

Esperti di settore e imprenditori sono intervenuti portando testimonianze e suggerimenti, confermando che sostenibilità ed economia circolare possono essere impiegate con successo anche dalle Piccole Imprese e che esistono opportunità concrete per Consulenti di Piccole Imprese e Temporary Manager che vogliano cimentarsi in questi ambiti e possiedano il giusto atteggiamento, oltre che conoscenze e competenze appropriate.

Ecco i punti salienti della giornata:
Giacomo Andriola, Innovation Manager e Founder di Studio Itaca ha spiegato come l’economia circolare sia un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali, per estendere il più possibile il ciclo di vita dei prodotti e contribuire a ridurre i rifiuti al minimo.
Troppo spesso i consumatori gettano prematuramente articoli che potrebbero essere usati più a lungo, con conseguente aumento di rifiuti, emissioni di gas e crescita della domanda di risorse preziose per la produzione di nuovi beni.
Questa situazione mette sempre più in allerta l’UE. Il PNRR per l’economia circolare conta l’investimento di svariati miliardi di euro impiegati a tutto campo: agricoltura, edilizia, energie rinnovabili, ecc.
Si impongono nuovi requisiti per rendere i prodotti più “circolari”, durevoli e affidabili. Tutto il processo produttivo va riconvertito, a partire dalla progettazione, per ridurre al minimo gli sprechi.
Utili in questo caso progetti di simbiosi industriale tra le aziende, grazie ai quali i rifiuti di una di esse vengono utilizzati come materie prime dall’altra. Necessarie infine nuove competenze e figure professionali specifiche poiché il cambiamento comporta un parallelo mutamento di processo, organizzazione e metodologie: dagli Eco-designer agli Energy manager, agli Eco-coolhunter, esploratori di tendenze «verdi», ecc.

Giovanna Menzaghi, Presidente Associazione Smart Cities Italy e Stefano Vergani, CEO Gruppo Converg hanno spiegato che Smart Cities Italy nasce da un gruppo di Enti, Aziende e Professionisti sensibili allo sviluppo sostenibile (uno di questi è Converg), che si sono aggregati per affrontare una serie di sfide, tra cui l’attivazione di un percorso di studi specializzati e la selezione delle migliori eccellenze, che possano mettere a disposizione la loro professionalità e competenza nei settori dell’economia reale.
Obiettivo dell’Associazione: la promozione e il coordinamento di attività di ricerca fondamentale ed applicata, con progetti strategici di Interesse nazionale, come quello legato al Decreto del Ministero della Transizione Ecologica per la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, mirati a ridurre l’uso del veicolo privato negli spostamenti casa-lavoro favorendo il decongestionamento del traffico.
Da questo decreto nasce la figura di Mobility Manager, specializzata nel governo della domanda di mobilità, nella promozione di soluzioni ottimali per la mobilità sostenibile del personale dipendente e nello sviluppo del piano degli spostamenti casa lavoro (PSCL) . Le imprese e le pubbliche amministrazioni oltre una certa dimensione sono tenute ad adottare un PSCL e nominare un Mobility Manager con funzione di supporto professionale continuativo.
Tra le attività di questa nuova figura: la promozione di interventi sul territorio per favorire l’intermodalità, lo sviluppo in sicurezza di itinerari ciclabili e pedonali, la cura dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi di trasporto pubblico, la realizzazione di servizi di mobilità condivisa e di infomobilità.

Alessandra Gruppi, Servitisation Manager CEPAS (Istituto di Certificazione delle Competenze e della Formazione) spiega che la “servitizzazione” è la produzione di un valore che non è strettamente legato alla produzione fisica. Si tratta di passare dall’economia del possesso all’economia dell’uso: #payperuse, cioè paghi solo quando lo usi. Non ti vendo la caldaia ma mi paghi l’acqua calda. Non ti vendo una bici ma il tempo che la usi (es. bike sharing). Invece di venderti un nuovo macchinario ti rimetto a posto quello attuale – refitting, refurnishing -, in modo che possa funzionare ancora molti anni.
La figura deputata, il Digital Servitization Manager ha il compito di rendere disponibili strategie e servizi utili per questo cambio di paradigma.
I benefici sono triplici:
per l’azienda: presidio del cliente, opportunità di vendita di servizi a valore aggiunto; ricavi ricorrenti e maggior valore del business (se ne servono da tempo Netflix, BMW, IBM…)
per i clienti: focus sul proprio core business, da capexcapital expenditure a opexoperational expenditure – e minor rischio
per il pianeta: maggior utilizzo del prodotto nel tempo, nessuna obsolescenza programmata e sostenibilità già nel design degli articoli
Servono Strategia ed Execution, innovazione organizzativa e finanziaria, compiti appunto del servitization manager, per il quale sono disponibili (e necessari) corsi di formazione.

Emilio Conti, Senior Consultant in Amapola, società specializzata in comunicazione, osserva preliminarmente che globalizzazione, crisi climatica, crisi internazionali e costi energetici e delle materie prime determinano un’attenzione crescente alla sostenibilità da parte dei consumatori, ma una parallela crisi di fiducia verso l’industria, i decisori pubblici e d’impresa.
La comunicazione ambientale – ha proseguito – è caratterizzata da tre “C”:
• Complessità: a quella dei temi ambientali troppo spesso si somma un approccio che non tiene in considerazione la difficoltà dei nostri interlocutori a decodificare messaggi e concetti associati a stati emotivi di timore o di urgenza: occorre anticipare tutti i possibili interrogativi prima di comunicare.
• Contraddizioni tra indicazioni, credenze ed esigenze personali: un esempio sono gli Italiani in apprensione per l’ambiente ma poi contrari al blocco dei diesel.
• Conflitto che nasce dall’assenza di certezza nelle regole e fragilità politica: “Ok purché non sia nel mio giardino” (sindrome Nimby) oppure “Ok ma non nel mio mandato elettorale” (Nimto).
Nel caso delle imprese si verifica purtroppo spesso il cosiddetto Greenwashing: l’ingiustificata appropriazione di virtù ambientali per creare un’immagine positiva e distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità. Un esempio è la sponsorizzazione del Festival di Sanremo fatta da Eni Plenitude: una promozione dell’uso sostenibile dell’energia fatta da un’azienda il cui business verte al 90% su oil and gas.
Un esempio virtuoso è “La Filippa” discarica sostenibile per rifiuti industriali, nata dall’idea di riprogrammare uno dei luoghi più contestati e renderlo non solo non inquinante, ma dotato di un valore ambientale, economico e sociale per il territorio.
Sara Santori, CEO della Conceria Nuvolari società benefit, sottolinea che la sua è tra le prime aziende del settore a sperimentare un metodo di concia con un livello basso di metalli pesanti, biodegradabile e compostabile carbon neutral (linea di prodotti Nature-l). La sostenibilità è concepita anche come lunga durata del prodotto (linea Graphene leather altamente resistente ed antibatterica) ed in senso più ampio come benessere della persona (linea di prodotti Skingoat iper-traspiranti).
La pelle conciata è un prodotto biobased derivante dal recupero degli scarti di produzione del settore alimentare; Conceria Nuvolari attraverso gli innovativi processi di trattamento (know-how o brevetto proprietario) e amplifica l’aspetto sostenibile da più punti di vista. Il passaggio dal fare al rendicontare l’ha portata alla redazione del Bilancio di sostenibilità volontario (2023 seconda edizione); vanta collaborazioni con diverse università per mantenersi aggiornata su innovazione e sostenibilità, nel 2021 diviene società Benefit.
Gianmaria Cuniberti Mighetti, CEO della Inclean – Soluzioni ecosostenibili per la pulizia professionale, nata 27 anni fa come produttrice di attrezzature per la pulizia professionale, ne ha nel tempo ridefinito la mission aziendale: non solo pulizia ma benessere, valore sociale, e risposte complete alle esigenze dei clienti.
Si vuole dunque non solo offrire un prodotto economico ma anche il più adeguato, efficace e sostenibile. Ad esempio grande attenzione è rivolta agli additivi chimici e ai meccanismi di recupero delle acque.
Il vantaggio competitivo nel proprio settore – è stato osservato in conclusione – si concretizza se lavori bene e lo sai comunicare correttamente. Se il valore aggiunto viene percepito il successo è assicurato.

Gabriella Grazianetti, imprenditrice settore fashion, Founder e CEO della Minimal Path, il cui modello di business, nella consapevolezza che l’industria della moda è una delle più inquinanti, si basa interamente sull’efficientamento delle risorse e sulla circolarità.
Il marchio della società, United Separable, propone un sistema di capi di moda donna, applicando i concetti della modularità: “La nostra vision” ha commentato Grazianetti “vede una stretta correlazione tra sostenibilità e progettazione, in un percorso che porta l’attenzione ai temi ambientali, sociali ed etici; il prodotto finale è un divisible dress composto due parti che possono essere unite, separate e intercambiabili in taglia, grazie a una soluzione brevettata”.
Il tutto è creato con tessuti monofibra sostenibili, facilmente riciclabili e provenienti da una filiera controllata e qualitativa, che valorizza il territorio: previsto infatti anche l’utilizzo di vecchi tessuti tramite recupero da una sartoria sociale
Il processo, che prevede un minor consumo di tessuto, emissioni di CO2 e additivi chimici, è stato valutato positivamente da un Assessment di Assolombarda sulla circolarità ed ha preso in considerazione tutte le fasi di progettazione.

Antonella Mazzoccato, Fondatrice della CRM tools, azienda a conduzione familiare operante nella produzione di utensili industriali, ha evidenziato l’impegno nella sostenibilità socio-ambientale. Un impegno che l’ha portata a conquistare un master su ESGenvironment, social, governance – per acquisire competenze specifiche sulla gestione sostenibile della filiera metalmeccanica e che si è poi articolato in interventi a tutto campo per evitare la fuga di risorse verso la vicina Svizzera (l’impresa ha sede nel Comasco): welfare, formazione, flessibilità, cura del comfort nell’ambiente di lavoro.
I risultati:
• stipendi superiori alla media;
• 6 tipologie di orari per i dipendenti a seconda delle esigenze;
• il riciclo di materiale di scarto, imballaggi riciclati e utilizzo di casse ignifughe;
• Impianto fotovoltaico e differenziazione dei rifiuti;
• un bilancio di sostenibilità;
• passi significativi verso la parità di genere.

Cristian Rocca, Environment Manager e Francesco Vuolo, Researcher della Sacco System, gruppo di imprese attive nella produzione di ingredienti alimentari, agroalimentari e farmaceutici.
La Sacco impresa, virtuosa dal punto di vista sociale ed economico può contare sulla fiducia del mondo esterno, alimentata da un forte impegno nella sostenibilità:
● recupero e riciclo di scarti di produzione e rifiuti
● contratti a tempo indeterminato, con valorizzazione delle donne STEM
● Certificazioni di qualità
● Rendicontazione delle performance in sostenibilità
● Comunicazione proattiva e trasparente
● Rapporto con i fornitori, pratiche di auditing e di anticorruzione.
Importante il recupero dell’acqua che, distillata e fermentata, viene riutilizzata come concime organico: Il 30% delle componenti chimiche è sostituito da brodi esausti con un ulteriore miglioramento di produzione, che porta l’azienda a costituire un ottimo esempio di economia circolare sostenibile e vantaggiosa a livello di produzione.

Seminario Sostenibilità ed Economia Circolare. TAVOLA ROTONDA – 24 maggio 2023

13 Giu 2023 Posted by Anna Lavatelli in Blog, News

A chiusura del Seminario è stata organizzata una Tavola Rotonda, condotta dalla nostra Socia Laura Vescovo, e alimentata da alcuni dei Relatori della giornata. Lo scopo era quello di fornire alcuni suggerimenti ai manager di Obiettivo 50 che vogliano diventare consulenti nel settore sostenibilità, individuando approcci, opportunità e attività da seguire per iniziare questo nuovo percorso.

I temi trattati:
– Preparazione, formazione e certificazioni necessarie per diventare consulenti di sostenibilità;
– Difficoltà e resistenze che il consulente si deve preparare ad affrontare;
– Attività prioritarie da svolgere presso le PMI: bilancio di sostenibilità, formazione, certificazione;
– Tipologia di clienti da cercare e motivazioni sulle quali fare leva
– Ruolo, approccio e stile del consulente di sostenibilità per le PMI

Anzi tutto, quali sono le prime cose che deve fare un consulente per avvicinarsi al tema della sostenibilità e dell’economia circolare?
GIACOMO ANDRIOLA, responsabile di Studio Itaca, ha sottolineato che il consulente deve essere molto informato su certificazioni, standard e su tutte le novità in ambito normativo. Allo stesso tempo deve conoscere come funziona il mercato e quali sono i suoi trend. Bisogna apportare alle imprese una nuova consapevolezza supportata da analisi e dati concreti inerenti al settore di riferimento.

La successiva domanda è stata posta a GIOVANNA MENZAGHI, Presidente di Smart Cities Italy: Quello della sostenibilità e in particolare della Mobility, sono settori in grande espansione ma ancora molto acerbi. Quali sono i freni e le difficoltà, all’interno della società e delle aziende, che ne impediscono la diffusione?
La transizione ecologica – è stato affermato – è possibile solo con una parallela transizione culturale. Spesso gli imprenditori rispondono unicamente nel momento in cui si toccano temi economici. Oltre a un’adeguata formazione manca il corretto mindset e la giusta apertura verso il dialogo e il confronto. Ulteriori difficoltà possono essere date dalla tipologia di business, che, se quasi interamente incentrato su fattori non sostenibili, potrebbe dover cambiare completamente con conseguenze spesso inaccettabili per l’imprenditore. Anche la sostenibilità deve essere sostenibile!

Quali sono le attività prioritarie che un consulente dovrebbe proporre ad una PMI per iniziare una consulenza in ambito sostenibilità?
Secondo ANDRIOLA, intanto, il bilancio di sostenibilità, il cui obbligo di legge riguarda per ora solo le grandi aziende, ma si estenderà progressivamente fino alle PMI e alle microimprese, diventando sempre più un prerequisito per lavorare con le grosse aziende e partecipare ai bandi gara, nonché elemento di giudizio da parte delle banche.
Le imprese hanno bisogno inoltre di aiuto a livello di comunicazione e di un supporto operativo consulenziale anche nella gestione di relazioni con gli enti certificatori (es. B corp).

Alla domanda “Qual è l’imprenditore tipo a cui proporre un percorso di sostenibilità e quali motivazioni suggerire per convincere un’azienda a diventare Benefit certificata B.corp? ” ha dato risposta GIANMARIA CUNIBERTI MIGHETTI: L’imprenditore tipo presenta già il mindset corretto.
Si tratta di una persona umile, disponibile a una formazione continua e con un allineamento valoriale.
La figura vincente ha un rapporto dare-avere con il collaboratore, con il quale sa relazionarsi con empatia, mettendosi sullo stesso livello e lavorando con lui.
Bisogna inoltre tenere conto che i tempi sono cambiati e i dipendenti sono attenti al worklife balance ancor più che alla retribuzione.
In alcuni casi è stata già inserita nell’organico la figura specifica di Sustainability Manager.

In quest’ottica, chiediamo all’imprenditrice ANTONELLA MAZZOCCATO Quale dovrebbe essere l’identikit e il ruolo del consulente ideale per le tematiche di sostenibilità?
Attento – è la risposta – lungimirante e con una visione globale, che tenga conto anche della situazione di partenza di un’azienda. È necessario che mantenga la mente ben aperta, e sia predisposto a una formazione continua sul campo (learning by doing), per sviluppare competenze mirate e specifiche da unire alle soft skills.


Tecniche di Digital Marketing per la costruzione di un database di contatti utili – Training on the job

08 Mag 2023 Posted by Anna Lavatelli in Blog, News

Un’attività di consulente o di temporary manager? Ok, idea interessante e stimolante, ma come mi procuro in modo sistematico e organizzato i contatti giusti: potenziali clienti, partner, enti di riferimento, ecc. (al di là dei nominativi di cui già dispongo)? Come entro in relazione con loro e come coltivo la relazione? A queste domande ha risposto, almeno in prima battuta, il Workshop Tecniche di Digital Marketing per la costruzione di un database di contatti utili, svoltosi lo scorso 19 aprile.

PREMESSA

Viviamo un’epoca digitalizzata nella quale le mutate modalità di gestione del business rendono fondamentale un continuo aggiornamento sugli strumenti utili ad agevolare il lavoro. Altro aspetto da sempre basilare per un’attività di successo sono le relazioni, da costruire non solo con i clienti ma anche con colleghi, collaboratori e tutto l’ecosistema di riferimento del proprio settore. Tali rapporti sono stati ulteriormente amplificati dai social media, che possono essere sfruttati per un’organizzazione efficiente e proficua dei contatti

OBIETTIVI

Finalità del worskshop: creazione di un database digitale per costruirsi la propria rete professionale, sviluppare opportunità di business, condividere e diffondere novità e aggiornamenti, il tutto col corredo di esempi concreti.

I relatori Gianfranco Antonioli e Laura Vescovo hanno inoltre mostrato i vari step di utilizzo degli strumenti: il social media professionale Linkedin e la piattaforma di email marketing Mail Chimp.

STEP OPERATIVI

  1. 1) Identificazione dell’Esigenza: ad es. sono un consulente e voglio propormi alle imprese con un’expertise specifica, o sono un professionista di settore e cerco collaboratori o fornitori.
  2. 2) Ricerca e utilizzo di portali: una volta chiara la mia esigenza passo alla ricerca di profili utili al mio scopo. Nel caso del consulente potrei rivolgermi ad associazioni a sostegno delle PMI, nel secondo potrei partire consultando la lista espositori di una fiera di settore per procedere allo screening dell’elenco di aziende partecipanti, filtrare caratteristiche di interesse come tipologia di prodotti, lingua preferita, etc.
    In alternativa posso individuare contatti di persone o di aziende, direttamente da Linkedin tramite l’utilizzo di filtri:
    – Parole chiave (ruolo, esperienza e competenza ricoperte, settore merceologico di appartenenza)
    – Località di riferimento, Università frequentata (o con cui si è collegati), azienda attuale o precedente.
  3. 3) Approccio: Individuati i profili di interesse procedo all’invio di messaggi e, ponendo molta attenzione alla qualità degli stessi, presenterò la mia azienda o servizio, e la mia offerta, e richiederò un incontro.

CASE STUDY

La nostra socia Gabriella Grazianetti, founder della start up di abiti modulari sostenibili United Separable, ha condiviso la sua esperienza nella ricerca di aziende produttrici di tessuti sostenibili e innovativi nell’area Lombardia e Piemonte. L’aggancio è stata la partecipazione alla Fiera di moda e design circolare – Milano Circolare che le ha permesso di vedere in anteprima il database di partecipanti ed essere a sua volta vista.
La ricerca è stata effettuata in modalità diretta tramite Linkedin e Google Search, selezionando persone operanti nell’ambito della sostenibilità, e indiretta, sfruttando le parole chiave inserite nei profili individuati.
Alla ricerca attiva è stata inoltre affiancata la pubblicazione di un post Linkedin sull’evento.
Risultati: 50 nominativi raccolti, 20 risposte con dimostrazione di interesse, 2 visite all’evento e una call accompagnata da un incontro in azienda. Gabriella ha sottolineato l’importanza di una personalizzazione approfondita nell’invio delle richieste, cercando di entrare in connessione ed empatia con i contatti.

EMAIL MARKETING & AUTOMATION

Una volta raccolti i contatti e verificato il consenso a ricevere comunicazioni possono essere sfruttate piattaforme di Email marketing come Mail Chimp, che permettono l’invio massivo di email e l’automazione delle comunicazioni attraverso i cosiddetti workflow.
Perché una campagna mail sia efficace è importante porre attenzione all’oggetto, utilizzare una grafica accattivante (immagini, impaginazione, font ecc.), inserire una Call to action e una “ricompensa” che spingano l’utente al rilascio di dati.
La piattaforma consente inoltre di visualizzare le statistiche dei miei invii, verificando la percentuale di aperture e di click con dettagli sugli utenti.

EQUITY CROWDFUNDING: che cos’è?

30 Mar 2023 Posted by Anna Lavatelli in Blog, News

Una nuova formula per il finanziamento di startup innovative e PMI al centro di una “Pillola di Sapere” della Obiettivo50 Academy
Startup innovative o PMI alla ricerca di finanziatori per sviluppare progetti imprenditoriali? Non ci sono solo banche (spesso “avare”), o fondi di venture capital. Oggi c’è anche una formula nuova, l’equity crowdfunding.

Lo scorso 16 marzo si è tenuto un incontro “Pillola di Sapere” della nostra Academy su questo tema attualissimo e in continua evoluzione; un processo attraverso il quale più persone, tramite apposite piattaforme online, investono somme anche relativamente modeste in startup innovative o PMI, acquisendone una quota di partecipazione e contribuendo quindi a finanziarne i progetti imprenditoriali e a sostenerne lo sviluppo.

Relatori Marco Rizzelli – General Manager di Seed Money, il primo progetto italiano di crowd seed funding “equity-based”, Riccardo Caliari – Chairman del Birrificio 620Passi, e Antonio Piva– Mentore e Business Angel di Seed Money, che hanno raccontato il funzionamento del veicolo di investimento Seed Money, riconosciuto come business ad alto valore sociale, illustrando un esempio concreto.

Il contesto
Il contesto in cui si muovono oggi le start up richiede per la loro sopravvivenza mezzi, collaborazioni e un network di riferimento.

La logica delle start up, diversamente dalle PMI, è quella della crescita esponenziale in tempi brevi e dell’Exit Strategy. Con questa uscita (mediamente dopo 7 anni) proprietari e founder massimizzano l’investimento effettuato ottenendo i fondi per dedicarsi a una nuova fase di sviluppo mentre gli investitori ottengono il ritorno del capitale versato con un surplus, impiegabile in altre attività.

Si tratta di un settore innovativo che cresce sulla base degli investimenti. Il mercato italiano, che conta circa 2,34 miliardi di investimenti in capitale di rischio, è in crescita. I grossi progressi in questo ambito sono dovuti all’intervento di Cassa Depositi e Prestiti ma sono altresì agevolati da quote associative accessibili a tutti, a partire da 200 €, detrazioni Irpef e plus valenze esentasse: vantaggi di cui possono usufruire investitori e soci.

La piattaforma
Seed Money è un acceleratore a proprietà diffusa che conta ad oggi 508 soci storici, 26 startup e 100 soci investitori seriali con 10 investimenti all’attivo ciascuno, e che può vantare risultati come il 94 % tasso di successo delle campagne crowdfunding promosse e il 265% di overfunding medio.

“La nostra piattaforma di equity crowfunding implica la partecipazione attiva in società e trattamenti vantaggiosi, senza imporre iter prestabiliti; si può investire in borsa, ci si può sganciare dai progetti secondo le proprie necessità o vendere le proprie quote ad altri soci (exit 1to1)”, hanno sottolineato Piva e Rizzelli. E ancora: “Siamo la prima ruota dell’ingranaggio delle start up. Il nostro obiettivo è massimizzare il potenziale di progetti accuratamente selezionati, nei quali crediamo: valutiamo la proposta, la tipologia di mercato e le persone che ci lavorano. Allochiamo prestiti non garantiti ma gestiti con trasparenza e senso critico: la nostra piattaforma obbliga le start up a inviare report trimestrali, che diventano pubblici e spesso oggetto della nostra newsletter settimanale inviata ai soci, con statistiche e novità di settore”.

Success case
Uno dei casi di successo del progetto è il Birrificio diffuso 620 passi, nato in Friuli nella laguna di Marano.

Con i 100.000 € iniziali stanziati, la start up, che ha oggi all’attivo collaborazioni con Banco fresco e l’ex start up Cortilia, quest’anno prevede un fatturato di 1.400.000: numeri di assoluto rilievo in un segmento di mercato “lento” come quello artigianale.

“Il nostro percorso è iniziato nel 2018. In breve tempo ci siamo trasformati da piccolo birrificio artigianale a una realtà che coinvolge già oltre 200 soci e che vogliamo continuare ad ampliare grazie al supporto di amici, amanti della birra e investitori” spiega uno dei fondatori e chairman, Riccardo Caliari, ingegnere gestionale e produttore di vino, che ha unito la sua passione per il buon bere e le sue competenze in ambito ambientale ed economico, dando vita a un business sostenibile e di successo.

“Il vero valore del nostro progetto è costituito dalla nostra community di persone, coloro che condividono con noi una passione, un sogno che sono entusiasti di raccontare; sono loro i nostri principali brand ambassador!

Soci potenziali o imprese hanno la possibilità di associarsi tramite round periodici di crowdfunding.

Un modello di business da sfruttare anche per altri settori. Come recita lo slogan del birrificio: “Un progetto è migliore, se costruito insieme”.

Il progetto di Obiettivo50 per l’innovazione a StoryTime di Radio Canale Italia

10 Mar 2023 Posted by Anna Lavatelli in Blog, Eventi, News, News

Il 20 febbraio scorso, il nostro vicepresidente, l’ing. Claudio Gregorio, ha presentato il progetto Obiettivo 50 presso StoryTime – Radio Canale Italia, una radio che racconta “il Capitale Umano” del mondo del lavoro attraverso la voce diretta dei protagonisti.

Ecco una sintesi del suo intervento:

StoryTime: Claudio innanzitutto cos’è Obiettivo 50?  

Claudio: La nostra è un’Associazione di Manager di alto profilo professionale, senza scopo di lucro e accomunati da un profondo senso etico, che si propone di supportare le imprese nella realizzazione dei loro obiettivi e di offrire opportunità professionali ai nostri associati. Il nostro payoff è: Manager per la realtà di impresa. Siamo un centinaio di associati sparsi per l’Italia, per lo più in Lombardia ed in Piemonte, che vantano esperienze ultraventennali in situazioni complesse e ruoli di responsabilità.

StoryTime: Com’è nato questo progetto?

Claudio:Il progetto è nato da un’intuizione e da un’esigenza. Nel 2004, alcuni dirigenti che avevano lasciato la realtà aziendale si sono uniti per creare nuove opportunità di lavoro in un’organizzazione più orizzontale. Nel 2008, la nostra organizzazione è stata riconosciuta come APS, ossia un’Associazione di Promozione Sociale di interesse generale per i suoi iscritti e la comunità, grazie al volontariato dei nostri associati.

StoryTime: Qual è la vostra Mission principale?

Claudio: L’obiettivo è mettere a disposizione di società e aziende il nostro network di competenze con servizi di consulenza o di temporary management, che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi aziendali e forniscano al tempo stesso opportunità professionali ai nostri associati. Insieme alla classica consulenza offriamo consulenze temporanee o fractional management a tempo e che possono essere suddivisi in più aziende. I nostri servizi sono focalizzati principalmente sulle PMI (piccole e medie imprese), in cui i manager solitamente coincidono con i proprietari. Obiettivo 50 entra in relazione diretta con la dirigenza, che spesso ha bisogno di integrare risorse, competenze o gruppi di competenze.

StoryTime: Quali sono i vostri gruppi di competenze?

Claudio:L’avanzamento tecnologico ha ridefinito gli scenari produttivi e sta spingendo le PMI a ricercare risorse umane in grado di gestire la trasformazione tecnologica e possedere competenze trasversali in grado di adattarsi ai rapidi cambiamenti del mercato. Abbiamo pertanto individuato questi quattro gruppi di competenze che, secondo noi, colmano il mismatch tra domanda e offerta sul fronte delle competenze tecnico-digitali:

  1. 1) Internazionalizzazione: esperienza in mercati internazionali B2B e B2C in Europa e Far East in materia di export “tradizionale” off-line e competenze di export digitale acquisite sul campo. Definiamo piani di sviluppo, controlliamo e monitoriamo la loro implementazione, fornendo suggerimenti operativi.

  2. 2) Marketing e Digital marketing: esperienza manageriale nell’innovazione digitale, marketing, comunicazione, vendite, che proponiamo in sinergia a servizi di digital marketing. Valorizziamo la presenza delle aziende sul web e sui social per rafforzarne l’immagine e la credibilità, consolidando la base clienti e ricercandone di nuovi.

  3. 3) Economia circolare e sostenibilità: Ci occupiamo di Economia Circolare – re-design del prodotto, tecnologie sostenibili, finanza sostenibile, catene di approvvigionamento sostenibili, aspetti ESG che contribuiscono a trasformare il modo in cui le aziende operano e crescono. In aggiunta poniamo attenzione alle tematiche di marketing e di comunicazione mirate alla divulgazione dei valori di Sostenibilità che l’azienda vuole far percepire ai mercati sia B2B sia B2C, nazionali ed internazionali.

  4. 4) Digital Manufacturing 4.0: Abbiamo Soci con esperienze manageriali ed operative nel manufacturing e nell’innovazione tecnologica e di mercato.
    Con l’implementazione di un’organizzazione Lean ed efficace in termini di processi e risorse, utilizziamo la leva strategica del processo di digitalizzazione per reagire alle crisi ed accelerare la crescita competitiva delle PMI.

StoryTime: Qual è il vostro valore aggiunto?

Claudio: Siamo convinti che la scelta di “fare rete”, di collaborare tra di noi, condividendo idee, stimoli ed opportunità e valorizzando le diverse esperienze e background, sia fondamentale per il successo dell’Associazione. Crediamo che il valore principale dell’Associazione sia rappresentato dalle competenze dei singoli manager. Inoltre, abbiamo creato un’Accademy interna con “pillole di sapere”, workshop e corsi di formazione gratuiti per i soci, ma aperta a chiunque sia interessato a migliorare le proprie conoscenze.




L’intervista di Claudio Gregorio, che ha presentato il progetto Obiettivo 50, si inserisce in un quadro in cui il mercato del lavoro è in sostanziale tenuta, con una domanda di professionisti qualificati che supera l’offerta, come rivelato da recenti survey di importanti società di recruitment.

La transizione digitale, che coinvolge ormai tutte le aziende – dalle multinazionali alle PMI, dai Family Business alle Start Up – l’allargamento dei mercati e lo sviluppo di nuovi business, continuano a trainare la domanda di nuovi professionisti.

In questo contesto l’ingaggio di un’associazione come Obiettivo 50 risulta importante e significativo poiché mette a disposizione delle PMI un network di competenze ampio e distintivo, essenziale per affrontare le esigenze di complessità e la trasformazione dei settori economici e industriali attuali.