Formazione

Il percorso del cinquantenne da dirigente e manager a consulente

28 Feb 2019 Posted by Gabriella Valeri in Approfondimenti, Blog, Vita da consulente

Come reinventarsi consulente, temporary manager o imprenditore

In Obiettivo50 questa è la storia di molti soci: un brillante background come dirigente che si mette al servizio di una nuova vita professionale, giocandosi in ruoli nuovi e impensabili fino a pochi anni prima.

In questo approfondimento in due parti vediamo, a partire dalla concreta esperienza di molti di noi, come approcciare questo percorso.

Nella prima parte analizziamo il contesto e le opportunità, nella seconda parte, nel prossimo articolo, approfondiremo alcune possibili linee operative, ovvero come muoversi nel concreto.

consulente d'azienda

Il punto di partenza 1: l’offerta

Ben difficilmente un cinquantenne si rialloca come dirigente dipendente all’interno di una grande struttura. Questa persona possiede però un tesoro, costruito con anni ed anni di lavoro sul campo: il bagaglio professionale, l’esperienza.
E questo è quello che deve mettere in gioco. Ma dove? E come?
Ecco che allora il manager fa di necessità virtù e si “reinventa” in un nuovo ruolo professionale: il consulente, il temporary manager, più raramente l’imprenditore, in alcuni casi nella combinazione dei tre.

Il punto di partenza 2: la domanda

Se da un lato, le grandi imprese sono in ritirata, dall’altro vi sono aziende che di questo bagaglio di esperienza e professionalità possono usufruire: le PMI, la struttura portante dell’economia italiana.

Un’attenta analisi conduce ad individuarne le aree meritevoli di attenzione e di possibile miglioramento, in particolare:

–      l’ internazionalizzazione: la necessità e la volontà di uscire dai confini domestici, ma all’estero non si va solo per vendere, spesso anche per produrre o per comprare

–      l’ innovazione: l’espansione è raggiungibile solo grazie al valore aggiunto che le aziende mettono nel prodotto e nei processi produttivi. E’ nei servizi, nella proposizione dell’offerta, nella cooperazione con portatori esterni di conoscenza, nella protezione della proprietà intellettuale che si possono trovare ulteriori elementi differenzianti competitivi

–      le start-up: l’ICT offre oggi innumerevoli possibilità di avviare nuove iniziative, valide sotto il profilo del valore aggiunto apportato, che necessitano della esperienza di manager qualificati per decollare in termini di sviluppo e ritorno dell’investimento

–    la transizione generazionale: il nostro tessuto economico è basato sull’azienda a conduzione famigliare, ma solo il 3 % delle imprese (in Europa) giunge alla terzagenerazione imprenditoriale. L’immissione di forze manageriali permanenti, che possano condurre l’azienda a superare l’indissolubile triangolo azienda – famiglia – proprietà è spesso di vitale importanza.

–      La cooperazione attraverso Reti di Impresa: la natura “egocentrica” dell’impresa famigliare è detta essere causa principale del “nanismo” del quale soffrono le PMI italiane. D’altro canto, è dimostrato che grandi opportunità di espansione, di riduzione dei costi e di sostenimento del capitale sono individuabili nell’attività congiunta con altri partner industriali e finanziari, potenzialmente complementari, purtroppo tradizionalmente visti dall’azienda come entità “non grate”.
E per giocare il tutto per tutto potrebbe essere opportuno un manager consulente.

Il punto d’incontro e le aree di intervento

Abbiamo quindi, da un lato, un manager che ha definito i contorni della sua più o meno nuova veste professionale e che mette a disposizione la propria esperienza, dall’altro, la PMI, che dovrebbe percorrere vie nuove, ma che non trova al suo interno le conoscenze necessarie.

Il manager è un professionista che si è reinventato la propria decennale esperienza nel mondo delle imprese, in genere multinazionali, in ruoli di responsabilità ed a contatto con il mondo al di fuori dell’Italia (“expatriates”, capi area, direttori export, capi consociata), e ricoprendo, nel complesso, tutte le funzioni aziendali (commerciale, produzione, amministrazione, supply chain, …)
Il manager O50 opera in autonomia sotto diverse forme contrattuali (partita IVA, collaboratore a progetto, ecc.), in uno o più dei seguenti ruoli: consulente aziendale (specialistico o generalista), temporary manager (l’unica grande differenza tra il consulente ed il manager sta nella delega), imprenditore.
Comune a tutte le varie forme ed i ruoli è la progettualità, ovvero la consuetudine ad operare per progetti.
È quindi ovvio che possa apportare competenze di ampio respiro laddove queste siano scarse o non esistenti, traslando su queste realtà esperienze maturate in ambiti più globali.             

Continuate a seguirci: nel prossimo articolo vi presenteremo alcune linee guida operative su come muoversi in questo percorso da dirigente a consulente.  (testo di Gianfranco Antonioli)

 

Le aziende raccontano – TRE ALTAMIRA S.r.l., da start-up a multinazionale del telerilevamento radar satellitare

21 Feb 2019 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Un socio di Obiettivo50 a fianco di una start-up che da spin off universitario diventa multinazionale: la storia di un caso di successo vissuto “dal di dentro” fin dai suoi inizi.

Proseguiamo con questo articolo la serie di testimonianze delle aziende che hanno con successo collaborato con i nostri soci, qui potete leggere il caso di successo precedente.

TRE-ALTAMIRA

L’azienda di cui parliamo oggi è TRE ALTAMIRA, fondata nel 2000 come start up nell’ambito del Politecnico di Milano con il nome di TRE, Tele Rilevamento Europa s.r.l., leader mondiale nell’elaborazione dei dati radar forniti dai satelliti, utilizzati per misurare spostamenti anche millimetrici del suolo, con applicazioni nell’industria mineraria, petrolifera e delle costruzioni. Oggi è parte del Gruppo CLS, dopo che alla fine del 2015 il capitale è passato in mano alla società francese collegata all’Agenzia Spaziale Nazionale Francese: un investimento che mostra l’interesse per l’azienda e per i suoi prevedibili sviluppi. Dal 2016, TRE ha acquisito la responsabilità di una società spagnola (ALTAMIRA) operante nello stesso settore e a sua volta già rilevata qualche anno fa dall’azienda francese.

TRE ALTAMIRA opera in tutti i continenti (sedi in Italia, Spagna e Canada, uffici in Cile, Australia e Francia), fattura oltre 10 milioni di euro, investe il 15% in R&S, ha raggiunto i circa 80 dipendenti e ha sempre generato utili.

I fondatori dell’azienda sono entrati in contatto con il socio O50 Fabrizio Resta nel 2005, nel corso di un progetto di valutazione del Politecnico di Milano, realizzato proprio in collaborazione con un gruppo di soci di O50, e relativo alle possibilità di successo di alcune start-up nate come spin off del Politecnico. Superata positivamente la fase di valutazione, l’azienda ha poi preso contatto con Fabrizio Resta che da allora collabora ininterrottamente come consulente con TRE ALTAMIRA.

“La mia appartenenza a Obiettivo50”, pone l’accento Resta, “ha giocato un ruolo importante in questa decisione dell’azienda, perché ai loro occhi davo maggiori garanzie rispetto ad altri professionisti, potendo io contare sull’eventuale supporto di colleghi esperti in altri ambiti in cui TRE poteva necessitare di consulenza”.

Alessandro Ferretti, tra i fondatori di TRE ed attualmente CEO di TRE ALTAMIRA, giustifica così il successo della collaborazione: “Al di là della componente umana, sempre imprescindibile, e che ha permesso di instaurare rapporti schietti e diretti, abbiamo potuto beneficiare di una consulenza che definirei “flessibile” e “su misura”, difficilmente replicabile da altri operatori. Altro elemento fondamentale è stata la continuità: non si è verificato il triste susseguirsi di consulenti che entrano ed escono dalla vita aziendale come comete. Si è invece costruito un rapporto duraturo, risparmiando tempo e risorse.”

Fabrizio Resta, ingegnere, un’esperienza manageriale di oltre 30 anni in imprese medio-grandi e grandi, con frequenti e lunghi periodi all’estero, ha avviato nel 2004 con alcuni partner un’attività di consulenza rivolta alle PMI prevalentemente in tema di internazionalizzazione.

Per TRE ALTAMIRA, Resta si è occupato di definizione degli incentivi, valutazione delle risorse, partecipazione a bandi europei e regionali (di particolare interesse i bandi per l’internazionalizzazione), e sviluppo dell’attività commerciale all’estero, soprattutto in Francia.

La società in questi anni è definitivamente decollata: “una grande emozione per me che l’ho vista praticamente nascere” conclude Resta.

 

Obiettivo50 accetta la sfida della Blockchain e diventa partner del Blockchain Council

31 Gen 2019 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Eventi, Progetti

Convegno Blockchain“Blockchain Challenge: accetta la sfida della blockchain”, questo il titolo dell’evento organizzato lo scorso novembre dall’Associazione Blockchain Council: un’intera giornata dedicata a far conoscere il tema blockchain e a presentare l’associazione  presso il Campus Reti di Busto Arsizio (VA).

E si può dire che Obiettivo50 ha già accettato la sfida della Blockchain: dallo scorso mese di ottobre è infatti tra i partner del Blockchain Council, dopo averne compreso le potenzialità e colto l’interesse da parte dei soci, come testimoniato dalla presenza dell’argomento in alcuni dei corsi di formazione del 2018.

A cura della socia Gabriella Grazianetti, presentiamo una sintesi degli scenari attuali e potenziali della tecnologia, indicata da molti osservatori come “il futuro del terzo millennio”, presentati nell’evento.
Gli interventi si sono focalizzati sullo stato dell’arte degli ambiti di utilizzo della blockchain, vista come tecnologia abilitante il paradigma dell’“Internet of Value”, una rete digitale di scambio di valori “certificati” attraverso algoritmi e sistemi crittografici, con modifiche basate sul consenso e trasferimenti trasparenti e tracciabili.

La grande novità della Blockchain sta nell’architettura decentralizzata e nell’assenza di intermediari. Una piattaforma che abilita nuove forme di scambio di pagamenti e di valuta, di beni, informazioni e contratti. Le tecnicalità di base, tipiche nei sistemi ICT (peer-to peer, crittografia, file sharing) sono utilizzate per creare catene di blocchi di dati incrementali autocertificati e non modificabili da un ente centrale.

Dal sistema finanziario attuale – inteso come modello “centralizzato” – l’utilizzo delle criptovalute, può trasformare la natura stessa del denaro definendo un nuovo modello “decentralizzato”, open source, trasparente ed universale nel modo in cui si trasferisce e riceve denaro su scala mondiale.  

La blockchain può rappresentare un forte elemento di innovazione nel settore alimentare riscrivendone la filiera. L’esperienza del progetto FoodChain, raccontata dal CTO (Fabio Fiori): trasparenza e univocità delle informazioni, unicità e inalterabilità del dato sono alcuni degli aspetti che possono essere tracciati e portati anche al consumatore finale grazie ai codici QR. Nella catena di approvvigionamento si possono includere dati legati alle condizioni di lavoro (contratti dei lavoratori), condizioni di produzione (utilizzo o meno di pesticidi, mangimi controllati, antibiotici, ..)., L’inalterabilità del dato, caratteristica chiave dell’architettura, garantisce il superamento dei problemi legati alle frodi alimentari.

Anche in ambito sanitario, la blockchain offre molteplici vantaggi sia lato paziente sia lato medico come la decentralizzazione del sistema, la tracciabilità della visite del paziente, la condivisone dei dati sanitari con i medici e le strutture ospedaliere mantenendo il controllo, la privacy, la sicurezza e l’attendibilità delle informazioni scambiate. Anche il settore “farma” può trarre vantaggio da questa tecnologia, considerando il parallelismo tra la catena del food e la catena del farmaco: sperimentazioni in USA portano ad una medicina personalizzata, grazie al presidio della cartella del paziente ed alla tracciabilità del suo percorso clinico e farmacologico.

Dal punto di vista delle PMI, il sondaggio presentato da Veneta Ricerche nel corso dell’evento rileva difficoltà a percepire i vantaggi nell’adozione di questa tecnologia, complessa per sua natura, e di conseguenza ad investire in questo settore. Elementi trainanti saranno la diffusione della digitalizzazione nel senso più esteso (aziende e sistema paese) e una promozione a livello governativo di strategie ed investimenti in innovazione ed I4.0.

Per quanto riguarda gli aspetti legislativi, le relazioni tra blockchain e GDPR sono state affrontata in relazione all’accessibilità ed immutabilità del dato (archiviazione a tempo indeterminato) ed a come questi principi base possano conciliarsi con le regole di protezione dei dati del decreto GDPR. Elementi di sinergia: individuare modalità di condivisione dei soli dati necessari (minimalizzazione) e disaccoppiamento dei dati dall’identità individuale.

Numerose le iniziative italiane che utilizzano la tecnologia blockchain in diversi settori: finanziario e crowdfunding, certificazione opere d’arte, filone agroalimentare e vino, servizi di anti-contraffazione per il mercato del lusso, protezione della proprietà intellettuale, per citarne alcuni.

In particolare, è stata presentata la realtà di ICO (offerta iniziale di valuta) di Parkingo, società di servizi di parcheggio: l’acquisto di token consente l’accesso a servizi “premium” immediatamente utilizzabili. Più in generale, le emissione di token (coin digitale) da parte delle aziende puntano all’utilizzo di servizi e anche a finalità legate a pagamento e sicurezza.

In conclusione: si delineano le potenzialità e si intravvedono gli effetti che la sua adozione può avere nel sistema economico e sociale nella sua globalità; ma ci si interroga anche su alcune criticità tecniche quali: consumo energetico, scalabilità, velocità, interoperabilità delle piattaforme e alcune problematiche giuridiche e legislative tuttora aperte. L’interesse verso questa tematica è dimostrato da numerosi convegni, articoli e workshop. L’Italia, a fine settembre di quest’anno, ha aderito all’alleanza europea per la blockchain, che ha l’obiettivo di promuovere fra i governi europei lo scambio di esperienze, competenze tecniche e soluzioni normative ed il MISE sta affrontando la tematica della Blockchain, unitamente a Intelligenza Artificiale (AI) ed Internet delle Cose (IoT), per portare queste tecnologie tra le imprese, all’interno della nostra economia.

2018, un anno di Obiettivo50 tra corsi, eventi e opportunità per i soci

19 Dic 2018 Posted by Gianfranco Antonioli in Blog, Eventi, News, News

Ripercorriamo in questo articolo le iniziative e le attività che hanno caratterizzato il 2018 di Obiettivo50.

Anche in questo anno tante sono state le esperienze che hanno portato i soci di Obiettivo50 a consolidare ed ampliare il loro network di conoscenze professionali e moltiplicare le loro opportunità di business.

Negli incontri di networking, ogni occasione si è trasformata in un momento per apprendere, con le Pillole di sapere e O50 Incontra della Academy:

– in gennaio: con Massimo Giordani abbiamo parlato di Blockchain e l’impatto sui Social Media

– in aprile: Antonella Segù ci ha svelato alcune curiosità sulla negoziazione

– in maggio: con Emanuela Garlaschelli abbiamo scoperto un elemento di grande attualità ed estremamente variegato quale il GDPR. L’evento è stato poi replicato a ottobre a Torino

– in luglio: con Silvia Stefini per parlare di Geoeconomy. Abbiamo visto come la politica di Trump, che sembra tanto lontana da noi, può invece influenzare anche la nostra vita. Evento replicato poi a novembre a Torino

– in settembre: con Marina Caselli per entrare nei “meandri” della nuova fatturazione elettronica

– a ottobre: per parlare di Organizzazione aziendale e impratichirsi nell’utilizzo del Business Model Canvas con Giulio Ferrari

Anche quest’anno non sono mancate le collaborazioni con enti e organizzazioni, sviluppate con l’intento di aumentare la visibilità della nostra Associazione, portare nuovi stimoli intellettuali e opportunità di business ai nostri Associati:

Reed Exhibitions, importante ente organizzatore di fiere, collaborazione culminata con la presenza con un nostro stand a marzo alla Mostra Convegno Expocomfort e con il supporto consulenziale alle PMI presenti in fiera da parte di alcuni soci sul tema internazionalizzazione

Blockchain Council, siamo soci della neonata Associazione; partecipazione alla conferenza di lancio del progetto tenutasi a novembre

AISOM – Associazione Nazionale Imprese, collaborazione collaudata ormai negli anni, e Gruppo Editoriale Morenews, presente con quotidiani online in Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Montecarlo e Costa Azzurra, con i quali abbiamo collaborato al riuscitissimo convegno di novembre a Torino per riflettere su come il clima geopolitico, dopo le elezioni di Mid-Term negli USA, possa influire sulle modalità di crescita delle PMI italiane

Ormai immancabili gli apprezzatissimi percorsi di cultura manageriale della Academy:

– non si erano ancora spenti gli echi del successo della replica del Corso Innovation Manager di gennaio a Torino, che a febbraio già ci occupavamo più da vicino di Marketing Digitale, che nessun Manager Innovativo di successo può ignorare

– a maggio abbiamo dedicato un workshop per approfondire come i Temporary Manager dell’Internazionalizzazione possano approfittare di tutte le opportunità che porta con sé il bando del MISE, disponibile nuovamente nel 2018 per sostenere le imprese italiane

– e per concludere in bellezza l’anno accademico, abbiamo parlato di Industria 4.0 con una “due-giorni” a novembre

Non dimentichiamo poi che a maggio, nell’ambito dell’Assemblea, sono stati aperti i festeggiamenti per i primi 15 anni di Obiettivo50 con la presentazione ufficiale del libro: “Obiettivo50-Una formula vincente”. Il libro è stato scritto a diverse mani da più di 40 tra soci e rappresentanti di istituzioni esterne che con l’associazione hanno collaborato nel corso degli anni.

2018 un anno di attività

Nuove tematiche e una effervescenza di nuove idee sono già nell’aria! Come sempre, saranno concretizzate con l’aiuto di tutti quei Manager Associati che vorranno rendersi disponibili con la loro fattiva collaborazione.

Buon 2019! E ricordatevi che il meglio … deve ancora venire!!!

Corso Industria 4.0 – la grande sfida per le PMI italiane, Milano 6 e 8 novembre 2018

10 Dic 2018 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Formazione, Formazione2

Industria 4-0 - ConvertiniIdeale conclusione di un 2018 che si è aperto con un corso sul Digital Marketing, e a completamento del corsi Innovation Manager per la PMI del 2017 e IoT50-Nuove opportunità di business per le PMI del 2016, si è tenuto nelle scorse settimane a Milano il corso Industria 4.0. Nel folto panorama di proposte informative e formative sull’argomento, le due giornate di incontri si sono contraddistinte per lo specifico focus sulle applicazioni di Industria 4.0 destinate alle PMI.

Il termine Industria 4.0 (o Industry 4.0) indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti (fonte: Wikipedia). E ancora: L’Industria 4.0 indica quel processo di digitalizzazione del settore manifatturiero che, rinnovando la catena del valore,cambia il modo di lavorare ma anche la natura delle organizzazioni (fonte: Internet4things).

È un argomento complesso, ricco di sfaccettature, che spazia dall’AI, Artificial Intelligence, alla Robotica, dai Big Data alla stampa3D, temi i cui sviluppi sono di prevalente interesse per le grandi aziende.

La sfida del corso è stata quella di declinare Industria 4.0 sull mondo delle PMI, con uno stato dell’arte sulla presenza di queste tecnologie nei processi aziendali, e una presa d’atto sui vincoli e opportunità per le nostre PMI.

Sfida lanciata e vinta: questo almeno stando a quanto dicono i numeri, che parlano di un livello di gradimento molto alto da parte dei circa 30 partecipanti, che ha toccato quota 96% per la giornata di apertura, dedicata proprio ai temi “caldi” di Industria 4.0.

Qui a seguire vi proponiamo un flash report degli interventi delle due giornate.

Martedì 6 novembre 2018

Il Presidente Gianfranco Antonioli apre la prima giornata con una breve introduzione che contestualizza il focus del corso sulle applicazioni di Industria 4.0 indirizzate al mondo delle PMI.

Si comincia con il primo intervento: Elisa Convertini, Ricercatrice Osservatorio Industria 4.0 Politecnico di Milano, che presenta lo stato dell’arte e lo scenario applicativo in Italia della quarta rivoluzione industriale. Un’introduzione che fissa i confini di un tema molto vasto e delinea il livello di adozione di Industria 4.0 nelle aziende italiane nel 2018, presentando scenari applicativi e i risultati delle ricerca.

Si prosegue con Massimo Giordani, Vice presidente The Blockchain Council, che presenta l’associazione no profit The Blockchain Council, cui Obiettivo 50 aderisce come socio, e prosegue evidenziando i punti di integrazione e contatto tra blockchain con Industry 4.0 e IoT. Tra i temi toccati: la filiera della tracciabilità nel settore alimentare.

Conclude la mattinata l’intervento di Giancarlo Magnaghi, Studio Magnaghi Cherry Consulting e di Valeria Tirelli, CEO Aidro Hydraulics. Magnaghi ha presentato l’ambito di applicazione della stampa 3D o manifattura additiva, destinata a produzioni personalizzabili e che costtuisce un ambito di grande interesse per le aziende. Valeria Tirelli ha raccontato il caso della sua azienda, specializzata in sistemi oleodinamici, che, a fianco della produzione tradizionale, ha introdotto con successo la stampa 3D destinata a pezzi con limitati lotti produttivi, con particolari complessità realizzative in cui i sistemi tradizionali non risultano efficienti, o in cui la riduzione di peso del manufatto è un fattore chiave. I risultati in azienda sono stati promettenti e il suo intervento è stato seguito con vivo interesse e partecipazione da parte dei presenti, in quanto ha rappresentato il concreto esempio di una PMI che ha applicato con successo le tecnologie di Industria 4.0.

Si riprende al pomeriggio con Paolo Calveri, co-founder Laboratorio Industry 4.0, con un intervento che ha esaminato gli aspetti di conformità dei progetti con specifiche di Industria 4.0 alle norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro, presentando anche delle case histories.

Si prosegue con Erika Vaniglia, Innovation manager Industry 4.0 di Gellify, che ha presentato soluzioni innovative dell’Industria 4.0 abilitate da robotica e sistemi capaci di apprendere, grazie all’Artificial Intelligence e al machine learning. È inoltre intervenuto, in collegamento Skype, Ernesto Mininno, CEO Cyberdyne, una start-up che utilizza con successo questi sistemi in progetti destinati anche alle PMI.

Ha concluso la prima giornata l’intervento di Enzo Tieghi, CEO ServiTecno.it, con un intervento tutto dedicato a Industrial Internet, IIoT, Cyber Security, Cloud e dispositivi mobili per sistemi di controllo e telecontrollo.

Giovedì 8 novembre 2018

La seconda giornata del corso è iniziata con Giovanni Anselmi, co-founder Laboratorio Industry 4.0, che ci ha parlato della situazione delle PMI lombarde. I problemi delle PMI italiane ad indirizzarsi verso Industria 4.0 vanno dalla formazione degli operatori alla propensione all’innovazione  degli imprenditori. Non si può prescindere dalla business intelligence nella realizzazione di una azienda Industria 4.0 che vuole generare non solo prodotti ma anche risultati di business.

Si prosegue con Antonio Cossu, XRM Unit Manager Cegeka Italia, con un intervento sulle opportunità a disposizione dell’impresa per migliorare i processi aziendali e il loro controllo grazie a Industria 4.0, che ha sottolineato il potenziale nascosto nei dati che l’azienda quotidianamente gestisce.

Claudio Sella, Consulente aziendale e docente LIUC Castellanza, ha parlato dell’importante impatto di Industria 4.0 sulla pianificazione della produzione, sistema che deve essere adeguato per sfruttare al meglio i punti di forza di Industry 4.0.

Il pomeriggio ha visto l’intervento di Gaetano Bonfissuto, managing Partner di SocialSurf srl e Consigliere O50, dedicato alle nuove risorse umane per l’Industria 4.0, per approcciare compiutamente la Digital Transformation.

Ha concluso la seconda e ultima giornata del corso Gianfranco Antonioli, PresidenteO50, con la presentazione del progetto europeo IoT4Industry Project-Industry 4.0 for SMEs, che ha l’obiettivo di migliorare produttività e profittabilità delle PMI abilitando il loro accesso alle tecnologie IoT.

Le aziende raccontano – Carbosint Spa, la Lean Organization in un’azienda metalmeccanica

23 Nov 2018 Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Un socio O50 partner in un interessante progetto di innovazione e riorganizzazione industriale.

Carbosint Spa

Iniziamo con questo articolo la serie di testimonianze di aziende che hanno collaborato con successo con i nostri soci in progetti in svariati ambiti operativi.

Cominciamo con Carbosint SPA, azienda con sede in provincia di Bergamo, che opera dal 1974 nel settore della produzione di componentistica meccanica di elevata precisione ed è fornitore qualificato di particolari metallici sinterizzati per l’industria Automotive, soprattutto in materia di parti di sicurezza. L’azienda impiega circa 80 persone e ha un fatturato in costante crescita, generato da una clientela proveniente per la maggior parte dall’estero (Europa, soprattutto Germania, e poi Cina e Messico). Gli investimenti in ricerca, digitalizzazione ed innovazione di prodotto e processo valgono il 10% del fatturato.

Nel 2012, quando sorse l’esigenza di affiancare al direttore di stabilimento una competenza manageriale esterna per collaborare alla riorganizzazione delle attività operative, tale risorsa fu individuata nella figura del socio Walter Nardini, dopo aver consultato la sezione del sito di Obiettivo50 dedicata alla ricerca di profili manageriali da parte delle aziende. Ingegnere di formazione, Nardini opera come consulente e Temporary Manager dopo una lunga carriera manageriale in azienda e con una competenza specifica in area Operations e Lean Organization.

Nella scelta della sua figura hanno fatto premio le sue esperienze diversificate maturate sul campo e la sua appartenenza a Obiettivo50. “L’opportunità di avere a disposizione un network di competenze certe, maturate sul campo” ha sottolineato l’ing. Ivo Bendotti, Plant Manager di Carbosint, “rappresenta per qualsiasi azienda un valore aggiunto da tenere in considerazione per dare impulso in tempi rapidi a progetti di miglioramento o cambiamento”.

Il progetto, concluso di recente con successo, mirava al miglioramento delle attività produttive mediante tecniche di Lean Organization per l’efficientamento dei processi e di TPM-Total Productive Maintenance (Manutenzione Produttiva); e poi applicazione della metodologia 5S di origine giapponese, formazione e coinvolgimento del personale, redazione di procedure gestionali ed operative e supporto all’applicazione del sistema qualità ISO/TS, cui è seguito il passaggio alla nuova normativa IATF specifica per il settore Automotive.

Durante la collaborazione con l’azienda, conclusasi solo pochi mesi fa, a Nardini è stato anche chiesto di implementare e/o supportare altri progetti specifici come il coaching di nuove figure professionali assunte in ambito produttivo e di presidiare posizioni organizzative strategiche in azienda temporaneamente vacanti nei settori Gestione della Produzione e Qualità.

In conclusione, nella collaborazione con il socio O50, l’azienda ha potuto senza dubbio beneficiare di una risorsa esterna temporanea, dotata di grande esperienza e capace di coordinare progetti che coinvolgono più processi, che hanno portato risultati immediati e tangibili all’operatività dell’azienda.