Obiettivo50 accetta la sfida della Blockchain e diventa partner del Blockchain Council
“Blockchain Challenge: accetta la sfida della blockchain”, questo il titolo dell’evento organizzato lo scorso novembre dall’Associazione Blockchain Council: un’intera giornata dedicata a far conoscere il tema blockchain e a presentare l’associazione presso il Campus Reti di Busto Arsizio (VA).
E si può dire che Obiettivo50 ha già accettato la sfida della Blockchain: dallo scorso mese di ottobre è infatti tra i partner del Blockchain Council, dopo averne compreso le potenzialità e colto l’interesse da parte dei soci, come testimoniato dalla presenza dell’argomento in alcuni dei corsi di formazione del 2018.
A cura della socia Gabriella Grazianetti, presentiamo una sintesi degli scenari attuali e potenziali della tecnologia, indicata da molti osservatori come “il futuro del terzo millennio”, presentati nell’evento.
Gli interventi si sono focalizzati sullo stato dell’arte degli ambiti di utilizzo della blockchain, vista come tecnologia abilitante il paradigma dell’“Internet of Value”, una rete digitale di scambio di valori “certificati” attraverso algoritmi e sistemi crittografici, con modifiche basate sul consenso e trasferimenti trasparenti e tracciabili.
La grande novità della Blockchain sta nell’architettura decentralizzata e nell’assenza di intermediari. Una piattaforma che abilita nuove forme di scambio di pagamenti e di valuta, di beni, informazioni e contratti. Le tecnicalità di base, tipiche nei sistemi ICT (peer-to peer, crittografia, file sharing) sono utilizzate per creare catene di blocchi di dati incrementali autocertificati e non modificabili da un ente centrale.
Dal sistema finanziario attuale – inteso come modello “centralizzato” – l’utilizzo delle criptovalute, può trasformare la natura stessa del denaro definendo un nuovo modello “decentralizzato”, open source, trasparente ed universale nel modo in cui si trasferisce e riceve denaro su scala mondiale.
La blockchain può rappresentare un forte elemento di innovazione nel settore alimentare riscrivendone la filiera. L’esperienza del progetto FoodChain, raccontata dal CTO (Fabio Fiori): trasparenza e univocità delle informazioni, unicità e inalterabilità del dato sono alcuni degli aspetti che possono essere tracciati e portati anche al consumatore finale grazie ai codici QR. Nella catena di approvvigionamento si possono includere dati legati alle condizioni di lavoro (contratti dei lavoratori), condizioni di produzione (utilizzo o meno di pesticidi, mangimi controllati, antibiotici, ..)., L’inalterabilità del dato, caratteristica chiave dell’architettura, garantisce il superamento dei problemi legati alle frodi alimentari.
Anche in ambito sanitario, la blockchain offre molteplici vantaggi sia lato paziente sia lato medico come la decentralizzazione del sistema, la tracciabilità della visite del paziente, la condivisone dei dati sanitari con i medici e le strutture ospedaliere mantenendo il controllo, la privacy, la sicurezza e l’attendibilità delle informazioni scambiate. Anche il settore “farma” può trarre vantaggio da questa tecnologia, considerando il parallelismo tra la catena del food e la catena del farmaco: sperimentazioni in USA portano ad una medicina personalizzata, grazie al presidio della cartella del paziente ed alla tracciabilità del suo percorso clinico e farmacologico.
Dal punto di vista delle PMI, il sondaggio presentato da Veneta Ricerche nel corso dell’evento rileva difficoltà a percepire i vantaggi nell’adozione di questa tecnologia, complessa per sua natura, e di conseguenza ad investire in questo settore. Elementi trainanti saranno la diffusione della digitalizzazione nel senso più esteso (aziende e sistema paese) e una promozione a livello governativo di strategie ed investimenti in innovazione ed I4.0.
Per quanto riguarda gli aspetti legislativi, le relazioni tra blockchain e GDPR sono state affrontata in relazione all’accessibilità ed immutabilità del dato (archiviazione a tempo indeterminato) ed a come questi principi base possano conciliarsi con le regole di protezione dei dati del decreto GDPR. Elementi di sinergia: individuare modalità di condivisione dei soli dati necessari (minimalizzazione) e disaccoppiamento dei dati dall’identità individuale.
Numerose le iniziative italiane che utilizzano la tecnologia blockchain in diversi settori: finanziario e crowdfunding, certificazione opere d’arte, filone agroalimentare e vino, servizi di anti-contraffazione per il mercato del lusso, protezione della proprietà intellettuale, per citarne alcuni.
In particolare, è stata presentata la realtà di ICO (offerta iniziale di valuta) di Parkingo, società di servizi di parcheggio: l’acquisto di token consente l’accesso a servizi “premium” immediatamente utilizzabili. Più in generale, le emissione di token (coin digitale) da parte delle aziende puntano all’utilizzo di servizi e anche a finalità legate a pagamento e sicurezza.
In conclusione: si delineano le potenzialità e si intravvedono gli effetti che la sua adozione può avere nel sistema economico e sociale nella sua globalità; ma ci si interroga anche su alcune criticità tecniche quali: consumo energetico, scalabilità, velocità, interoperabilità delle piattaforme e alcune problematiche giuridiche e legislative tuttora aperte. L’interesse verso questa tematica è dimostrato da numerosi convegni, articoli e workshop. L’Italia, a fine settembre di quest’anno, ha aderito all’alleanza europea per la blockchain, che ha l’obiettivo di promuovere fra i governi europei lo scambio di esperienze, competenze tecniche e soluzioni normative ed il MISE sta affrontando la tematica della Blockchain, unitamente a Intelligenza Artificiale (AI) ed Internet delle Cose (IoT), per portare queste tecnologie tra le imprese, all’interno della nostra economia.